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Luka Jovic, il bomber che dormiva in macchina

Gol di tacco e oro della Serbia

Quel soprannome continua a non piacergli però: “All’inizio ero molto orgoglioso di questo, ma poi mi ha fatto ferito. Non sono stato bene”. Uno stress: “Tutti si aspettavano almeno tre gol a partita, sono un altro giocatore”. Ora non si direbbe pero, media stellare sia in campionato che in Europa League, dove ha segnato 5 gol diventando il capocannoniere della competizione (insieme a Dabour del Salisburgo). L’Eintracht è in vetta al proprio girone, 15 punti in 5 partite, già qualificato ai sedicesimi. Tutte vittorie, tanti occhi addosso: Liverpool e Barcellona hanno sondato il terreno, la Serbia l’ha portato ai Mondiali di Russia (nel 2014 arrivò terzo agli europei U19 giocando sotto età). Attaccante mobile, veloce, può fare anche l’esterno, grandi guizzi e gol da applausi: l’anno scorso ha mandato l’Eintracht in finale di Coppa con un colpo di tacco alla Mancini. Chapeau.  

Due anni difficili a Lisbona

Jovic è la star di una squadra che gira e gioca bene, quinta in campionato, stella di Hutter forgiata da Kovac, oggi allenatore del Bayern. Un mentore: “Avevo bisogno di un allenatore come lui, mi ha svegliato!”. Una scossa. Perché prima dell’Eintracht c’è stato il Benfica, Lisbona, il Da Luz. Un’esperienza difficile che Luka tiene presente: “Ero da solo, senza i miei genitori, senza la mia ragazza. Quando ho lasciato la Stella Rossa ho pianto per tre giorni”. Una stagione nella squadra B, Jovic arriva a febbraio del 2016 ma non gioca mai, Rui Vitoria non lo vede e lo manda in campo soltanto 4 volte. Troppo poche. 


Fonte: http://sport.sky.it/rss/sport_calcio_europa-league.xml


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