TORINO – Il Brasile conta le ore che lo separano dalla finale di domenica quando resterà soltanto il Perù sulla strada che porta alla conquista della Copa America. E c’è anche la cabala a sostenere le speranze di un intero paese che nel torneo continentale troppo spesso ha dovuto assistere ai trionfi dei rivali storici Uruguay, 15 successi, e Argentina, 14, fermandosi nel palmarés a quota 8. La Seleçao, infatti, nelle quattro occasioni in cui ha ospitato la principale competizione calcistica del Sud America, ha sempre sollevato al cielo la Copa. Una storia iniziata nel 1919, con il famoso Arthur Friedenreich cannoniere, e proseguita nel 1922, nel 1949, stavolta con Jair principe dei goleador, e infine nel 1989, con Bebeto miglior realizzatore. Quattro su quattro che domenica potranno diventare cinque su cinque, Perù permettendo. E diventa quanto meno ironico il parallelo con il Mondiale dove, al contrario, ogni volta che il Brasile si è fregiato del titolo di paese organizzatore, ha dovuto ingoiare delle profonde delusioni che, a distanza di decenni, fanno ancora parte del linguaggio comune: il Maracanazo, stadio dove i verdeoro torneranno domenica, del 1950 con l’Uruguay che a dispetto del pronostico fece piangere milioni di tifosi, e il Mineirazo nel 2014, quando la Germania in semifinale passeggiò infliggendo uno spietato 7-1 alla Seleçao.
Il Brasile confida nella storia
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