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Il Liverpool è campione d'Europa, Spurs ko 2-0

TOTTENHAM-LIVERPOOL 0-2

2′ rig. Salah, 87′ Origi

Tottenham (4-2-3-1): Lloris; Trippier, Alderweireld, Vertonghen, Rose; Sissoko (74′ Dier), Winks (66′ Lucas Moura); Alli (82′ Llorente), Eriksen, Son; Kane. All. Pochettino

Liverpool (4-3-3): Alisson; Alexander-Arnold, Matip, van Dijk, Robertson; Henderson, Fabinho, Wijnaldum (62′ Milner); Salah, Firmino (58′ Origi), Mané (90′ J. Gomez). All. Klopp

Le note di You’ll Never Walk Alone non erano mai state così alte da quasi quindici anni a questa parte. Prima Salah, poi Origi. Un cammino lunghissimo fatto della qualificazione strappata ad Anfield nell’ultima partita del girone. Fatto della vittoria sul Bayern in Germania, del successo schiacciante sul Porto e della clamorosa rimonta contro il Barcellona, ko immeritatamente per 3-0 al Camp Nou e poi eroici nel poker di Anfield. Il capitano Henderson alza al cielo la sesta Coppa della storia dei Reds, mentre la canzone simbolo della squadra torna a risuonare anche mentre gli uomini di Klopp portano il trofeo sotto una Kop trasferitasi al Wanda Metropolitano.

L’eroe della notte di Anfield, Origi, si è ripetuto anche a Madrid, mettendo il punto esclamativo su una finale bruttina, dove il Liverpool non ha fatto il Liverpool, ma ha vinto. La cosa più importante di tutte. Partendo con Firmino titolare e col 433 “dei migliori” (solo Keita era infortunato) mentre, sul fronte opposto, anche Kane figurava nell’elenco dei titolari, dopo 53 giorni di assenza dai campi. Ne esce un primo tempo praticamente senza emozioni sotto porta, non fosse per la rete che sblocca il match dopo un minuto e quarantotto secondi, di Salah su rigore assegnato dopo appena ventuno secondi di partita. Il Tottenham fa gioco (63% di possesso palla ma soli due tiri, di cui zero in porta) ma non punge. E la stessa storia si ripete anche nel secondo tempo.

Klopp e Pochettino cambiano qualcosa, inserendo in campo gli uomini della semifinale: Origi, appunto, da una parte e Lucas dall’altra. A sfiorare la rete è però Milner al 69′, mentre Kane continua a non farsi vedere nell’area dei Reds. Nel finale Alisson mette le mani su una punizione di Eriksen (e su un altro paio di tiri di Son e Lucas), prima del gol decisivo all’87. Klopp, al triplice fischio, abbraccia Pochettino. Il tedesco cancella il ko di Kiev, quello sulla panchina del Dortmund e delle altre finali perse. Sorride, esulta. In una partita non bellissima, il suo calcio “heavy metal” ha portato in dote la coppa più importante di tutte. Nella notte dei riscatti, il suo. Di Salah ko dopo mezz’ora nella finale di un anno fa e della porta del Liverpool: ieri le papere di Karius, oggi i guantoni di Alisson. E le note di You’ll Never Walk Alone si mischiano a quelle di We Are The Champions. 


Fonte: http://sport.sky.it/rss/sport_calcio_champions-league.xml


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