Guida simile ma…
I 3 grafici si riferiscono al giro migliore di Lewis Hamilton e quello di Charles Leclerc durante l’odierna seconda sessione di Prove Libere, confrontando i dati telemetrici relativi al cambio, ai giri del motore (RPM) e al pedale dell’acceleratore. La prima cosa che si nota è che le uniche differenze nella gestione dell’acceleratore sono a curva 1 e a curva 17 , mentre per il resto della pista la gestione del gas è davvero simile tra i due piloti.
…tecnicamente quante differenze!
La prima differenza che si nota è come le cambiate di Lewis Hamilton avvengano “dopo” rispetto a quelle di Charles Leclerc. I motivi possono essere molti. La spiegazione più banale è quella di una scelta di rapporti del cambio diversa tra i due team, ma anche altri fattori possono spiegare questa differenza. Ad esempio in uscita dalle curve più lente Leclerc anticipa in maniera significativa le cambiate, sembrando quasi effettuare degli “short shift”, tenendo i giri del motore più bassi per evitare eventuali problemi di pattinamento del posteriore in trazione. La tecnica è apparsa comunque molto efficace con una Ferrari che guadagnava molto negli allunghi come di consueto. L’altra differenza degna di nota è a curva 12, con Hamilton che scala in sesta marcia per affrontare la curva mentre Leclerc si limita ad alzare il piede dall’acceleratore rimanendo in settima marcia.
Il regime della Power Unit
Con le temperature di quasi 40 gradi centigradi è risaputo che Mercedes abbia dei considerevoli problemi di raffreddamento della sua Power Unit. Appare quindi molto plausibile che oggi gli uomini capitanati da Toto Wolff abbiano mantenuto un regime di potenza del loro treno propulsivo molto ridotto per evitare guai, viste anche le previsioni meteo per il prosieguo del weekend. Un sintomo di questo potrebbe rivelarsi anche dal grafico, in quanto è abbastanza evidente che nei punti di allungo più marcati (prima di curva2, di curva 6 e di curva 8) i giri del motore di Lewis Hamilton rimangono sempre a un livello inferiore a quello della Ferrari numero 16 di Leclerc. I motivi comunque non sono riconducibili solo al livello di potenza essendo le variabili in gioco numerose. Basti pensare alla gestione della parte ibrida che è sicuramente differente tra le due auto. Rimane comunque un dato interessante da far rilevare. Così come al contrario, a marce basse, sono i giri del motore Mercedes ad essere significativamente più alti di quelli Ferrari. Ciò si può ricondurre anche a quanto detto in precedenza sull’eventuale short-shift di Leclerc. In sintesi la complessità delle moderne Formula1 crea un gran numero di variabili che poi la collaborazione tra ingegneri e piloti deve tradurre nella miglior prestazione e risulta sempre interessante vedere come vengono interpretate diversamente dai singoli team e piloti. Per oggi pare che il lavoro migliore sia riuscita a farlo la Ferrari con Charles Leclerc, vedremo se il team di Maranello sarà in grado di confermarsi anche in qualifica e gara.
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