La dipendenza da Jorginho
Partiamo dal Chelsea. Nel triennio napoletano era già chiara l’importanza di Jorginho nell’impalcatura tattica di Sarri, in entrambe le fasi. Il suo trasferimento a Londra ha definitivamente confermato che il numero 6 è , e infatti, così come Sarri, Jorginho non ha passato una stagione felicissima.
Le ragioni sono da ricercare probabilmente nello scarso feeling creatosi con la coppia di difensori centrali, David Luiz e Rüdiger (che però sarà assente per infortunio), che insieme al centrocampista della Nazionale non sono mai riusciti a creare un polo di palleggio rapido e sicuro per reagire al pressing degli avversari più organizzati. Jorginho difficilmente scende in mezzo ai centrali, ma cerca di mantenersi alle spalle della prima linea di pressione, e questo richiede ai due difensori (che rimangono abbastanza stretti) una certa fluidità nel palleggio in situazioni di estrema pressione e in poco spazio.
Le avversarie del Chelsea hanno dunque sempre avuto ben chiaro che schermare Jorginho fosse il modo migliore per arginare le risalite, e chi ha sfruttato al meglio questo punto debole è stato proprio Emery nella partita del 23 gennaio, utilizzando Ramsey come vertice alto nel 4312. Il gallese è un giocatore con pochi eguali in termini di abnegazione nella rosa dell’Arsenal, e in questo senso la sua assenza potrebbe essere un problema in termini di controllo di Jorginho. Özil, candidato a un posto da titolare, non può garantire la stessa intensità in fase di non possesso, anche se potrebbe dire comunque la sua senza il pallone grazie alle doti di lettura delle linee di passaggio.
Al di là dei giocatori impiegati, comunque, Emery dovrà trovare un modo per ostacolare le ricezioni di Jorginho, perché in sua assenza il Chelsea fa effettivamente troppa fatica nello sviluppo della manovra: con le mezzali poco avvezze agli smarcamenti funzionali per il gioco di posizione, David Luiz finisce per essere la seconda migliore arma creativa dei Blues, limitandosi però a una precisione chirurgica sul lungo (che il Chelsea fatica a sfruttare anche a causa delle caratteristiche dei giocatori avanzati) e a una buona conduzione.
, l’Arsenal ha dimostrato di poter imporre ritmi di pressing intensi e di saper marcare bene anche a uomo sulla costruzione avversaria.
L’Arsenal sa come mettere in crisi la difesa del Chelsea
Con due punte mobili come Aubameyang e Lacazette, inoltre, l’Arsenal ha un’arma anche per mettere in crisi i terzini avversari. Nell’ultima partita tra Arsenal e Chelsea i “Gunners” avevano trovato proprio nella distanza tra Alonso e David Luiz uno spazio da attaccare per andare in porta il più velocemente possibile. Lacazette si smarcava rapidamente alle spalle del terzino spagnolo e forniva una linea di passaggio immediata per la profondità, trovando terreno fertile per poter rifinire attraverso cross e dando una grande preoccupazione alla linea del Chelsea.
Dall’altra parte, Azpilicueta mantiene un atteggiamento più conservativo, stringendo la sua posizione per formare una linea difensiva a tre in fase di possesso. Aubameyang ha sfruttato questa tendenza in maniera opposta rispetto al compagno di reparto, partendo largo per accentrarsi e influenzare ulteriormente la posizione di Azpilicueta verso il centro, creando così spazi importanti per le sovrapposizioni di Kolasinac, che rimane sempre largo per dare ampiezza.
Fonte: http://sport.sky.it/rss/sport_calcio_europa-league.xml