E’ proprio per districare questa complicata matassa giuridico istituzionale che i legali del club e le alte cariche dirigenziali del Milan, forti anche delle ottime relazioni con gli organi della Uefa (vedi Gazidis e Boban), da diverse settimane sono in frequente contatto con le istituzioni per arrivare a un compromesso, che sarebbe stato individuato nella possibilità di rinunciare a una stagione in Europa, la prossima, in cambio di un anno in più per mettere a posto i conti, anche questa una novità assoluta a livello giuridico. Ma siccome la Camera Giudicante della Uefa si è rimessa al Tas, la palla ora è passata al Tribunale di Losanna, dalla quale i rossoneri aspettano di ricevere l’indicazione che poi la Uefa dovrebbe accogliere. Anche perché, e questo è un punto decisivo della questione, giuridicamente il patteggiamento da parte della Giudicante non sarebbe possibile (è un organo indipendente dalla Uefa, non politico) e soprattutto l’eventuale rinuncia secca del Milan all’Europa farebbe perdere all’Italia il diritto a un posto in Europa League e, dunque, non farebbe scalare in avanti Roma (qualificatasi per i preliminari e in attesa di sapere se potrà evitarli) e Torino (arrivata settima e dunque fuori dalle coppe). Il problema, dunque, è trovare la formula giusta e corretta, secondo i regolamenti Uefa, per trovare una soluzione a un caso più unico che raro. Quello che il Tas dovrebbe finalmente risolvere. Con una sentenza di esclusione dalle Coppe che forse per la prima volta nella storia farebbe la gioia di una società.
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