Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Kevin-Prince Boateng ha parlato anche della questione razzismo:
Non mi basta che dopo gli insulti a Balotelli venga impedito l’accesso a una parte di tifosi. Io spero sempre in comportamenti positivi e mi auguro che il pubblico qualcosa abbia imparato e non replichi più certi atteggiamenti. Serve la squalifica del campo. Le società devono pagare per il comportamento dei loro tifosi. Oppure, se necessario assegnare la sconfitta a tavolino. E poi negli stadi si dovrebbero installare più telecamere per individuare chi compie certi gesti. Il mio discorso sul razzismo all’Onu? Un giorno importante per la mia vita. Ma dopo di allora concretamente cosa è stato fatto per combattere il fenomeno? Una task force, riassunta in una serie di riunioni e idee. Non basta la campagna “No to racism’ in Champions”. Nel 2020 ci penso io. Sto organizzando una task force mia con eventi, coinvolgendo altri calciatori. Sono stufo, la gente non capisce come si sentono Balotelli, Boateng o Koulibaly quando tornano a casa. Noi siamo soli. Divento pazzo quando sento commenti del tipo “tanto guadagni 5 milioni”, addosso restano cicatrici che non si possono cancellare.