BOLOGNA – Walter Sabatini è stato presentato come nuovo coordinatore dell’area tecnica del Bologna (ma lavorerà anche per l’altra squadra di patron Saputo, il Montreal Impact). Lo introduce l’ad rossoblù Claudio Fenucci: “In questo anno ci siamo resi conto con Saputo che bisognava cambiare qualcosa. Abbiamo sentito l’esigenza di cambiare il piano operativo e ci voleva una persona per dare impulso a questo sviluppo. Per me l’unico che poteva farlo era Walter Sabatini, ci ho lavorato anche alla Roma e lo ritengo uno dei migliori professionisti in Europa. Averlo qui per tutti noi è una grande opportunità“. Prende poi la parola il protagonista, Walter Sabatini: “Per me è un giorno di festa – rivela – ho deciso di vivere la mia vita dentro una bolla di gioia, che spero sia calcistica, e questa è la scelta migliore. Sono orgoglioso di essere qui, Saputo è stato molto generoso nel chiamarmi. Io un Guru? Chi lo dice è un amico, ma è un personaggio esoterico, io invece sono un epicureo inevitabile. Cosa mi ha convinto ad accettare l’offerta del Bologna? La cavalcata salvezza del girone di ritorno è stata fantastica e l’ho già detto a Mihajlovic: se riusciremo a trasformare l’eccezionale in normale saremo già a metà dell’opera. Dove andrò ad incidere? Ho trovato un’organizzazione importante e grande partecipazione da parte di tutti. C’è una banca dati eccezionale che io stesso faccio fatica a seguire: ogni giocatore che ho sottoposto a Bigon in tempi rapidi ha avuto un riscontro dettagliato. Vuol dire che si è lavorato molto duro in questi anni. Sono tranquillo e soddisfatto di quello che ho trovato“.
“Voglio grandi risultati qui e subito”
“È la mia sfida finale – ammette Sabatini – è un po’ melodrammatico dirlo, me ne rendo conto. Ma è emotivamente così: voglio ottenere grandi risultati qui, voglio farlo subito. Cosa voglio dare di me stesso? Vorrei che chiunque parli con me si senta a proprio agio. Ho la testa piena di cose e Bigon funziona come catalizzatore. Anche per questo ho grande rispetto di lui. Sono stato l’uomo più insultato del continente e so cosa vuol dire vivere quando le cose vanno male, capisco quello che ha provato Bigon. Di Vaio? Lavorerà a stretto contatto con me. Speranze? Con Suning le cose sono andate male perchè avevo fretta di fare tutto e subito, ma l’idea di un network internazionale ce l’ho da tempo, qui si può realizzare. C’è la volontà della proprietà e anche la mia: creare un percorso con giocatori che nascano dalle Accademie e poi portati in Europa. Se riusciamo a creare mercati paralleli per migliorare la squadra avremo raggiunto l’obiettivo. Totti? Non gli abbiamo fatto nessuna offerta. Corvino? Sono pronto ad affrontare le cose in un’altra maniera, mi aspetto la mia bolla di gioia, la mia felicità che non può prescindere dai risultati. Metterò a disposizione del Bologna tutta la mia capacità lavorativa“.
“Presidente in casa? Un luogo comune”
Walter Sabatini poi parla della conferenza di Totti, dove l’ex capitano ha criticato l’assenza di Pallotta da Roma: “Invocare il padrone sul posto di lavoro è un luogo comune. Credo che una società debba avere la professionalità e la sensibilità che non obblighi il presidente ad essere sempre presente“. Gli fa eco anche Fenucci: “Se si guarda il calcio nella sua globalità, e la Premier League nello specifico, sono tanti i presidenti stranieri che non sono presenti in città. Il calcio del futuro richiede sfide organizzative piuttosto che presenze dei proprietari. Canada? I medici mi hanno sconsigliato di fare grandi viaggi, certamente non sarò lì in inverno, altrimenti mi rispediscono subito indietro“.
Obiettivi
Sulle operazioni di mercato: “Tomiyasu? Il nostro? Ah non possiamo annunciarlo (ride ndr). Pulgar e la clausola? È un problema di numeri, giovedì vedremo Mihajlovic e ci dirà chi vorrà tenere, di certo sul mercato non faremo i tonti. Destro? Gli ho voluto un bene esagerato, forse anche troppo. Quando lo abbiamo preso a 22 anni fu l’operazione perfetta e di quello che è successo qui a Bologna me ne vergogno: ha perso slancio, cattiveria e fiducia. Di certo non lo butteremo via e lo gestiremo nel miglior modo possibile. Deciderà sempre il tecnico, lui ha le chiavi di casa e ci fidiamo delle sue valutazioni. Arriveranno giocatori di talento, poi dipenderà da noi farli crescere al meglio. Lyanco? Abbiamo scoperto di non poterlo tenere, e qualunque scelta sarà al ribasso, lui è un giocatore fortissimo. Il calcio, però, sorprende sempre. Cessioni? Ci stiamo lavorando, parleremo con tutti i procuratori, ma il tempo corre in fretta. Obiettivi? Vogliamo lottare per qualcosa, lo chiederemo all’allenatore e Mihajlovic mi pare il miglior interlocutore – conclude Sabatini -“.