Zibi Boniek, ai microfoni di Centro Suono Sport nel corso della trasmissione “Te la do io Tokyo”, ha fatto il punto sul campionato di Serie A, esprimendo un suo giudizio su Fonseca, le prospettive della Roma, Zaniolo e Mkhitaryan. Queste le sue parole.
Cosa pensa di questa Roma di Fonseca?
Questa Roma mi diverte molto. Entrando nello specifico dico che da centrocampo in su mi piace molto: ha gamba, corre, fa poco possesso palla ma punta a segnare; da centrocampo in giù c’è qualche problema in più. Ma dobbiamo porci una domanda: la Roma per cosa combatte? Per la Champions? Ecco, allora c’è un posto solo, perché i primi tre sono già assegnati a Juventus, Napoli e Inter, secondo me. La Roma lotta insieme ad Atalanta, Lazio, Milan, Torino…queste squadre qua. La Roma può tranquillamente farcela ma deve sbagliare poco, le avversarie sono molte. Fonseca mi sembra una persona corretta, molto presente con i giocatori; vedo che sta vivendo questa avventura appieno, vediamo che viene fuori.
Cosa è successo a Piatek?
Piatek è sempre lo stesso giocatore. Purtroppo qualsiasi attaccante nel Milan faticherebbe, i rossoneri non hanno giocatori che ti fanno assist, la punta si trova spesso a giocare da sola. Il Milan fatica a creare occasioni contro le difese schierate, gioca spesso per vie centrali e questo non aiuta.
Come vede la lotta scudetto?
È una bella domanda. La Juventus da 8 anni detta legge in campionato e nessuno riesce ad avvicinarla. Quest’anno però la distanza fra le prime tre non mi sembra grandissima, è sicuramente minore rispetto agli scorsi anni. Io ho visto la prima partita della Juventus, quella con il Parma, e ho visto la panchina. La panchina della Juventus è composta da giocatori che, se schierati titolari lotterebbero per un posto in Champions senza nessun problema.
Com’è cambiata la difesa rispetto al calcio di una volta?
Una volta il difensore doveva essere fisico e limitarsi a fermare l’azione avversaria, oggi no. Oggi deve avere un buon piede, deve essere bravo di testa, deve saper accorciare la squadra. Guarda De Ligt, è bravissimo ma non l’ho ancora visto in un uno contro uno difensivo. Ma lo stesso vale per il ruolo del portiere: una volta doveva solo parare, oggi deve sapere usare anche i piedi. Il calcio è cambiato e questo ha creato problemi agli allenatori. Ai nostri tempi l’allenatore aveva 11 titolari, 4 riserve e 4 primavera; poi è arrivata la parola turn-over, inventata da Berlusconi, e la rosa è diventata di minimo 22 giocatori. Se negli anni ottanta dicevi ad un giocatore ‘Ti lascio riposare per questa partita’ lui si arrabbiava, oggi ci sono addirittura dei giocatori che chiedono di restare a riposo in alcune giornate di campionato minori, è cambiato tutto.
Quali qualità bisogna vedere in un attaccante?
Prendi l’almanacco e vedi i gol, questo è l’unico dato che conta. Molti dicono: bisogna vedere come si muove, se crea gioco, come dialoga con i compagni. Tutto vero, ma un attaccante deve segnare, quello è il dato importante.
Mkhitaryan?
Ho giocato diverse volte contro l’Armenia con la nazionale polacca e devo dire che mi ha sempre stupito. Ha grosse qualità tecniche, è il giocatore ideale da affiancare a una punta che segna come Dzeko. Alla Roma serviva un giocatore come lui in grado di saltare l’uomo, può aiutarci ad arrivare in Champions League.
Totti ha incoronato Pellegrini, lei cosa pensa di questo ragazzo?
Mi piace molto, ma per dargli una corona così importante ci vuole tempo. Lui le qualità ce l’ha, ha facilità di palleggio, si muove bene, ma sui giovani cerco sempre di aspettare prima di dare giudizi.
Zaniolo?
Come prima. Mi piace, però quando vedo un giovane di 20 anni che al 70 esimo diventa rosso come il palloncino qualcosa non va. Il ragazzo ha delle qualità importantissime ma io vorrei che fosse più continuo e mi piacerebbe vederlo una volta arrivare al 90esimo senza problemi.