RIYADH (Arabia Saudita) – Due grandi allenatori, simili nelle idee, ma leggermente diversi nella loro applicazione. Per passare da Guardiola a è stato quasi naturale e l’ambientamento in Italia procede nel migliore dei modi per l’esterno brasiliano, che grazie alla Juventus ha ritrovato anche la nazionale: “In Inghilterra il clima e anche le persone sono più fredde, in tutti i sensi. A Torino c’è invece più calore, i tifosi sono più vicini, ti chiedono foto e autografi per strada – racconta a Globoesporte.com – è diverso. In Inghilterra avevo più tranquillità ma è bello qui, ti senti più motivato, più coccolato. Mi sto adattando piano piano”. Dal punto di vista tattico, non sta soffrendo le difficoltà difensive che molti suoi connazionali patiscono all’impatto col calcio italiano perché “Sarri ha un’idea moderna di calcio, gli piace difendere alto, tenere la palla, non è quel tipo di tecnico che dà tanta importanza alla fase difensiva come si pensa quando si parla di cultura italiana. La Serie A è poi ben diversa dalla Premier, che per intensità è il campionato numero uno. In Italia il gioco è più di posizione, non è tanto fisico o veloce, ma bisogna essere intelligenti nelle decisioni. Quando giocano contro di noi, le squadre aspettano un nostro errore”.
Gli allenatori di Danilo
Al Real con Zidane, poi al Manchester City con Guardiola e ora alla Juve con Sarri senza dimenticare Tite, ct del Brasile, Danilo assicura che “ogni allenatore è stato importante per me. Zidane lo è stato al Real in termini di personalità, in quello che chiedeva ai giocatori, di giocare con la testa libera in modo anche da responsabilizzarci. Spinge i calciatori a decidere le partite, come faceva lui da calciatore”. Danilo continua il suo racconto: “Guardiola, Tite e Sarri, ognuno con le sue caratteristiche, sono invece più simili fra loro nella cura dei dettagli. Sono molto tattici, studiano molto gli avversari. Ma, mentre al City era tutto più meccanico, ogni passo, ogni centimetro veniva allenato, Sarri concede più libertà nei movimenti e nelle decisioni mentre Guardiola è un po’ più esigente sulle posizioni, sui movimenti. Lo stile di gioco di Guardiola è vincente, Sarri si ispira allo stesso modello, ma non è facile trasmettere certe idee a una squadra che per tanti anni era abituata a un altro gioco. A Guardiola sono serviti due anni al City, ma alla Juve stiamo andando molto bene nonostante sia passato poco tempo”.
(In collaborazione con Italpress)