Non è bastata una nottata per placare analisi e polemiche (in taluni casi sfociate anche in dietrologie) legate al principale episodio da moviola del match giocato tra e Bologna sabato sera: il tocco di braccio di al 47’ della ripresa. Anche ieri il tam tam è infatti proseguito e, soprattutto via social, è montato in modo massiccio. Ai dubbi e alle perplessità di taluni, tuttavia, fanno da contraltare opinioni e spiegazioni degli addetti ai lavori (o ex addetti ai lavori). Tutte riconducono, in sostanza, a quanto sosteneva ad esempio la moviola di Tuttosport: non era rigore. A bocce ferme è possibile sviscerare ulteriormente la questione, partendo innanzitutto dalla (nuova) norma del regolamento relativa alla casistica del fallo di mano, la “numero 12”. Precipuamente, il comma 4 della suddetta norma.
La regola sul fallo di mano
“Di solito non è un’infrazione se il pallone tocca le mani/braccia del calciatore: se proviene direttamente dalla testa o dal corpo (compresi i piedi) del calciatore stesso; se proviene direttamente dalla testa o dal corpo (compresi i piedi) di un altro calciatore che è vicino; se mani/braccia sono vicine al corpo e non si trovano in una posizione innaturale tale da aumentare lo spazio occupato dal corpo; quando un calciatore cade a terra e mani/braccia sono tra corpo e terreno per sostenere il corpo, ma non estese lateralmente o verticalmente lontane dal corpo”. Ora, vien da sé che quel “di solito” lasci un margine di discrezionalità che è impossibile escludere in toto, tuttavia i replay evidenziano in maniera netta che prima di toccare con il braccio il pallone, De Ligt l’ha toccato con il piede (ripetiamo: proviene direttamente dalla testa o dal corpo, compresi i piedi, del calciatore stesso) e inoltre le mani/braccia di De Ligt non si trovano in una posizione innaturale.