Hellas Verona-Sassuolo è l’anticipo della nona giornata del campionato di Serie A in programma domani sera.
Il tecnico neroverde Roberto De Zerbi, intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del match, ha parlato del momento che i suoi — a quota 6 punti — stanno vivendo: “Non mi aspettavo questa classifica, dà fastidio. L’importanza della gara però non sposta la visione dell’allenatore. Per l’allenatore sono importanti tutte le gare. Fa male vedere i due gol presi contro l’Inter, che erano evitabili. Se ti mettono la palla all’incrocio erano evitabili, quantomeno il primo era evitabile e abbiamo iniziato la partita sotto di 1-0 e contro l’Inter non è semplicissimo. Domenica abbiamo preso gol dopo 50 secondi e c’è stato un corner, non sono stati effettivi. Può essere un aspetto mentale, di attenzione, anche nel riscaldamento perché magari non viene fatto nel migliore dei modi. L’aspetto mentale riesce a pareggiare e a limare dei difetti, sono convinto di questo. L’aspetto mentale deve essere al primo posto, sempre. Qualcuno poi in squadra è giovane, poi vieni da qualche vittoria netta e ti sembra tutto facile ma nel calcio non c’è nulla di facile, a volte pensi di risolvere il problema domani e mai oggi e poi ti trovi a rincorrere in classifica. La classifica non mi interessa particolarmente, ma dobbiamo avere costanza di prestazione, di essere la squadra degli ultimi 20-25 minuti con l’Inter. Poi se siamo quelli i risultati arrivano e alla fine esce l’altissima qualità di questa squadra, con tutti i problemi che abbiamo ovvero infortuni, giocatori arrivati tardi ma oggi non sono quelli i problemi principali. Penso che questa squadra sia composta da persone intelligenti e da professionisti. La squadra, nei momenti di difficoltà, ha sempre risposto presente e ci ha sempre messo la faccia. Non ho dubbi sulle persone. Questo momento non è tragico ma dà fastidio prendere gol stupidi e iniziare le partite sotto. Prendiamo tanti gol ma ne facciamo anche tanti, non tutto è da buttare. La classifica non è bellissima ma abbiamo incontrato Torino, Roma, Inter e Atalanta, tante squadre forti, poi ci sono tanti infortuni. Bisogna lavorare sull’aspetto mentale, siamo il Sassuolo non il Real Madrid e non possiamo essere meno rognosi dell’avversario e poi bisogna limare gli aspetti tattici”.
A proposito, invece, degli uomini a sua disposizione il tecnico del Sassuolo aggiunge: “Tripaldelli ancora non ha recuperato dalla partita di domenica, non ce l’abbiamo dall’inizio. Ha giocato tre partite in una, per l’attesa, per l’esordio. Ferrari starà fermo tanto così come Chiriches e Rogerio, dietro siamo quelli di domenica con Tripaldelli in meno, Muldur è uscito un po’ malconcio, ha avuto un affaticamento, si è allenato ieri e l’altro ieri. Vediamo se giocherà Locatelli. Il percorso di crescita lo ha lui, quando lo meriterà tornerà a giocare. Può anche essere domani, come no. Sta a lui mettermi in difficoltà per giocare. Abbiamo tanti calciatori fuori, ne giocano altri ma questa squadra è forte. Romagna sta bene, arriverà il suo momento. Non so quando. Nella settimana della sosta ha avuto un problema al ginocchio, ora sta bene. Rinnovo Berardi? Con me è stato sempre uno dei più positivi, dentro e fuori dal campo. E’ cresciuto tanto. Dalla partita col Napoli dell’andata dello scorso anno a oggi. E’ cresciuto tanto, come spessore di calciatore all’interno di un gruppo e di una partita”.
Infine, De Zerbi si sofferma sul possibile modulo che adotterà nella sfida di domani: “Nei momenti di difficoltà uno deve rimanere fedele ai propri valori. Questa è una squadra che deve giocare a calcio, non con le ballerine ai piedi. Vuol dire che non deve buttare la palla e anche con l’Inter abbiamo fatto della azioni importanti, l’occasione in cui viene annullato il gol a Caputo è un’azione bellissima. Noi non possiamo pensare di snaturarci. Nel calcio c’è anche il duello, il terzino, il movimento, sono cazzate. Potrei schierare dall’inizio una difesa a 4, così come potrei la difesa a 3, rispettando le caratteristiche dei calciatori. Quella sistemazione era dovuta al fatto che De Vrij e Brozovic facevano il due contro uno con l’attaccante centrale e Djuricic dietro a Caputo era per pareggiare quella superiorità. Le scelte non sempre partono da un’idea propria, partono da un’idea mia, da una strategia di gara, a volte ci becchi e a volte no”.