FIRENZE – Ai microfoni di Radio Toscana, di cui è stato ospite oggi, il patron della Fiorentina Rocco Commisso ha parlato di vari temi, partendo dalla squalifica comminata a Franck Ribery: “Non faremo ricorso. Accettiamo la squalifica e andiamo avanti. Arbitri? Quando giocavo non ci andavo d’accordo (ride ndr). I tifosi mi vogliono più bene se vinciamo, fino ad oggi non ho mai vinto quando ero allo stadio. Spero che ci riusciremo domani”. L’umore dei viola è negativo: “Ho visto tutti ieri, erano demoralizzati: soprattutto Ribery. E’ stata una brutta giornata per il risultato, le squalifiche e gli infortuni. Ho detto a Franck che gli voglio bene, che per me è lo stesso prima. I ragazzi vanno sostenuti e amati”. Commisso spende parole al miele per i tifosi: “Mi vogliono bene, ogni tanto mi danno dei consigli. Quando vado a New York non vedo l’ora di tornare a Firenze. Qui la città è piccola, la città è bellissima ovunque. Non c’è sporcizia per la strada, mi piace questo e lo dico sempre a mia moglie. Oggi ho incontrato l’architetto Casamonti, domani spero di concludere tutta l’acquisizione dei terreni a Bagno a Ripoli. Abbiamo fatto tutto in pochi mesi, io dico sempre ‘fast, fast’. Io voglio fare qualcosa per la Fiorentina. Siamo stati cinque ore a pianificare i campi, la palestra e gli edifici. Servono “assai” soldi (sorride ndr)”.
Il discorso si sposta sul gioiello della squadra, Federico Chiesa: “Rimane per almeno un anno: dipendeva solo da me. Faremo ciò che è meglio per tutti. Sulle altre cose, come lo stadio conta anche la politica. Loro lo sanno, il prezzo non è giusto: se non si va veloce e a prezzi giusti, lo stadio non si fa. Ci deve essere un bando, non so quanto ci voglia in tempo. Mercafir? Mi hanno proposto questo spazio. Abbiamo cominciato con Campo di Marte, ma le curve non si possono abbattere. Al Franchi ci sarebbe stato molto lavoro da fare, è la storia di Firenze e avrei voluto iniziare lì”. Sul mercato di gennaio, il patron non si sbilancia: “Tonali e Ibrahimovic? Sono sogni, non so ancora”. Sul rapporto con i suoi giocatori: “La leadership è importante, non contano solo i soldi. Se abbracci un giocatori, lo coccoli, le cose possono cambiare. Io non critico nessuno, voglio portare nella squadra la mentalità che ho avuto nella mia azienda per tutta la vita. A Mediacom c’è passione, i dipendenti ci sono da molti anni. Io non caccio chi sbaglia, tutti sbagliamo. Come per Ribery, lasciamolo stare“.