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Fonseca: “Dzeko e Kolarov un esempio, difficile farli riposare. Domani Smalling giocherà”

La Roma va a caccia del poker. Dopo i successi con Sassuolo, Istanbul Basaksehir e Bologna, contro l’Atalanta di Gian Piero Gasperini (domani alle 19 allo stadio Olimpico) può arrivare la quarta vittoria consecutiva. Dopo l’allenamento di rifinitura al Fulvio Bernardini, Fonseca presenta la sfida in conferenza dalla sala stampa di Trigoria.

FONSECA IN CONFERENZA STAMPA

Che partita si aspetta domani? L’Atalanta negli ultimi anni ha raggiunto risultati importanti.
Ci aspetta una partita molto difficile contro un avversario che ha caratteristiche ben specifiche. È una squadra molto forte fisicamente, una squadra di lotta e molto aggressiva in fase difensiva. Davanti ha giocatori di grande qualità individuale. Ci aspetta una partita che sarà combattuta, piena di duelli fisici.

Sta crescendo l’entusiasmo. Avvertite la necessità di tenere i piedi saldi a terra?
Come ho sempre detto e come ripeto sempre ai calciatori, è importante restare sempre equilibrati. Il passato è ormai alle spalle, quello che conta è la prossima partita. Dobbiamo restare uniti e umili, non abbiamo ancora conquistato niente. È decisamente troppo presto per diventare addirittura euforici. Non è per aver vinto 3 partite che abbiamo conquistato qualcosa, c’è ancora moltissimo da vincere e da conquistare. Spero che la squadra riesca a farlo, e quindi riesca a restare con i piedi ben saldi a terra.

Come va combattuto il razzismo negli stadi italiani?
Devo dire che nelle partite in cui siamo stati coinvolti per fortuna non ho assistito direttamente a episodi di razzismo. Detto questo, sono contrario a qualsiasi forma di razzismo, è un fenomeno che va combattuto e estirpato dalla nostra società e quindi dal calcio. Sono a favore di misure che vengano assunte al fine di estirparlo definitivamente. Il calcio è uno sport che deve unire le persone, che deve regalare felicità e piacere indipendentemente dalla razza delle persone. Sono assolutamente contrario a ogni forma di razzismo e favorevole a ogni misura che venga intrapresa per eliminarlo definitivamente.

Dzeko e Kolarov stanno dando un esempio alla squadra. Cosa hanno di così speciale questi due campioni?
Sono due grandi giocatori, sono importantissimi per la nostra squadra. In questa fase in cui stiamo giocando diverse partite una dopo l’altra vorrei farli riposare, ma in questo momento non è possibile. Sono due giocatori che hanno sempre risposto positivamente, malgrado siano stati impegnati entrambi nelle sfide delle loro nazionali. Sono due grandi professionisti, due atleti che curano la propria condizione fisica con grande professionalità. Di tutto questo ne beneficia la squadra.

Nelle ultime due partite la Roma è apparsa trasformata dopo l’intervallo. Cosa è successo tra un tempo e l’altro?
Fa parte del processo di crescita della squadra e anche del mio ambientamento al calcio italiano. Abbiamo cambiato alcune cose dopo la partita con la Lazio, vi avevo detto che non mi era piaciuta quella prestazione. Cambiando alcune cose, la dinamica è mutata e le cose sono andate per il verso giusto. Ora è importante continuare a lavorare e a migliorare, in Italia ogni partita fa storia a sé. Cambiano gli avversari, i sistemi di gioco, le caratteristiche. All’interno della nostra mentalità, dobbiamo prepararci al tipo di gara specifico, continuando a lavorare con umiltà per migliorarci.

Ci sono 6 giocatori che lei ha mandato sempre in campo dal 1′, tra questi c’è Kluivert. È un giocatore diverso dagli altri e lei ha bisogno di quel tipo di attaccante più veloce o domani potremo vedere Zaniolo, Mkhitaryan e Pellegrini dietro a Dzeko?
Per quanto riguarda le scelte di domani, domani le vedremo. Intanto sicuramente farò alcune modifiche, alcuni cambiamenti. Tutti i giocatori sono importanti, nessuno è al di sopra della squadra. Tutte le scelte che io faccio sono fatte in funzione di quello che ritengo sia il meglio per la squadra e di quelle che sono le caratteristiche della partita specifica. Quello che conta più di tutto è la Roma, è al di sopra di tutto e tutti. Fortunatamente in attacco ho la possibilità di scegliere avendo opzioni diverse.

Cosa le piace di Cristante? Cosa lo rende centrale per il suo gioco?
È un giocatore molto intelligente, capisce cosa voglio che faccia in quel ruolo. È coraggioso, per giocare questo tipo di calcio serve coraggio, serve correre dei rischi. In quella posizione si gioca sotto pressione. È molto forte difensivamente, è forte quando riceve e controlla la palla. Ha una buona gamba e un buon passo, anche questo è importante in quella posizione. Per me è uno dei giocatori più importanti anche per il suo equilibrio tattico e per i compiti che svolge in mezzo al campo.

C’è la sensazione che la Roma sia di nuovo un gruppo unito e compatto. L’anno scorso lo spogliatoio non sempre ha dato la sensazione di grande coesione. Lei ha lavorato su questo aspetto? Quando è arrivato ha avuto l’impressione di trovarsi davanti a un gruppo poco unito?
Il passato è ormai alle spalle, io non ero qui e non posso parlare di quello che era il gruppo di lavoro. Arrivando qui ho subito ravvisato un gruppo molto unito, forte, che in ogni momento lotta e rema nella stessa direzione. Nello spogliatoio c’è un bell’ambiente. Queste sono cose che vengono fuori in maniera naturale, non c’è stato bisogno per me di dire che dobbiamo essere uniti e coesi. Il tutto è successo in maniera naturale iniziando a lavorare. Avere un gruppo forte e unito è molto importante e decisivo se si vuole cercare di vincere qualcosa. È un aspetto fondamentale, ma direi che il tutto si è svolto con molta naturalezza e normalità.

Come sta Smalling? È pronto per giocare dal 1′ domani?
Smalling domani giocherà.

Con i suoi aggiustamenti tattici, in questi giorni si è parlato molto di un Fonseca quasi italianizzato. Si sente davvero italianizzato? Sono aggiustamenti definitivi per questo tipo di calcio o crede che in futuro la squadra tornerà a giocare come lei pensava all’inizio?
Possiamo dire che c’è un Fonseca italianizzato. Il calcio italiano è davvero diverso, obbliga a essere elastici e molto malleabili. Ogni partita ha una storia a sé. Se un allenatore viene qui senza avere questa capacità e questa elasticità di vedere e di capire che il calcio è diverso, a mio avviso si sbaglia di grosso. È un calcio che ti obbliga a pensare a ogni dettaglio, ad apportare dei correttivi. Se uno ritiene che sia sufficiente solo un determinato modo di stare in campo, credo che stia commettendo un grave errore. Detto questo, i principi generali del calcio che mi piace praticare vengono mantenuti, ovvero avere una squadra propositiva, che ha il possesso della palla e che gioca nella metà campo avversaria. Questo lo si può fare più o meno in funzione dell’avversario, però questi principi vengono mantenuti.

Pau Lopez: in cosa deve ancora migliorare e in cosa lo vede pronto? Se lo aspettava così, subito pronto a fare bene nel campionato italiano?
Devo confessarvi che per quanto riguarda i dettagli tecnici, Marco Savorani è la persona più adatta a cui rivolgere questo tipo di domande. Quando lo abbiamo scelto, abbiamo prestato molta attenzione alle sue caratteristiche. Per il nostro gioco è molto importante l’inizio della fase di costruzione da dietro, non sono molti i portieri che riescono a far partire l’azione come lo fa Pau. È un giocatore molto equilibrato in questa fase di gioco, aiuta moltissimo la squadra nella costruzione da dietro. La parata di Bologna è stata senz’altro decisiva. Sono pienamente soddisfatto di Pau Lopez, così come lo sono di Mirante e Fuzato. Anche loro lavorano duro per avere le loro chance, che sicuramente avranno. Pau Lopez si è adattato benissimo al calcio italiano, inoltre può avvalersi di uno dei migliori preparatori dei portieri al mondo che è Marco Savorani, che qui alla Roma ha allenato grandi portieri. Questo mi fa dire che in futuro Pau Lopez sarà un portiere migliore rispetto a quello che è oggi.

Affrontate una squadra con grande qualità offensiva. Come deve comportarsi la squadra? Si può chiedere un maggior lavoro difensivo agli esterni d’attacco?
L’Atalanta davanti ha giocatori molto forti. Gomez, Ilicic e Zapata sono giocatori fortissimi, dovremo prestare molta attenzione a quali saranno i loro movimenti e le loro scelte. Il lavoro degli esterni? Tutta la squadra, in ogni ruolo, è coinvolta nella fase difensiva e nell’azione di pressing. Ci sono questioni strategiche di cui non voglio parlare, ogni partita fa storie a sé, ma ci sono questioni che dettano la nostra fase difensiva, il nostro modo di pressare. Abbiamo studiato bene l’Atalanta, ci siamo preparati al meglio per cercare di fermarli.

Ha conquistato prima Petrachi, poi lo spogliatoio e l’ambiente. Domani affronta un allenatore che qui non è voluto venire. Se domani Gasperini le chiedesse ‘Che mi sono perso?’ lei cosa le risponderebbe?
Sono assolutamente certo che non mi farà questa domanda. Quella di domani non è una partita tra Fonseca e Gasperini. Lui è un eccellente allenatore, ha grandi qualità e ha ottenuto grandi risultati. Adesso lui è all’Atalanta e io sono qui a Roma, difendiamo le nostre squadre al meglio delle nostre possibilità. Quella di domani non è una partita tra due allenatori ma tra due squadre. Quello che conta è quello che faranno le squadre in campo. Sicuramente ci vedremo prima e dopo la partita, avremo modo di scambiarci qualche parola. Ancora non lo conosco, lo faremo sicuramente con rispetto e cordialità reciproca. Magari parleremo della partita, magari del futuro delle nostre squadre, ma sono sicuro che questo tipo di domanda non verrà posta.

Lei è l’unico allenatore di Serie A imbattuto tra amichevoli, campionato e coppe. Sta facendo un gran lavoro anche per quanto riguarda la tifoseria, è stata disunita in questi mesi. Chi è che l’ha voluta qui alla Roma?
So perfettamente che in questi momenti in cui la squadra va bene e ottiene vittorie consecutive si generano molte aspettative e a volte dei momenti di euforia. Io sono una persona assolutamente contraria all’euforia, per lo meno in questa fase. L’euforia va lasciata dopo una finale vinta, magari al termine di un campionato in cui si è raggiunto l’obiettivo. Lì è giusto festeggiare e celebrare il risultato raggiunto. Io sono una persona realista che analizza tutto con molto realismo. È vero che abbiamo vinto 3 partite consecutive e la squadra sta evolvendo in maniera positiva, ma la cosa più importante è avere la consapevolezza che domani c’è già una sfida diversa e anche molto difficile. Tutto il resto lo tengo fuori da quello che è il nostro gruppo di lavoro. La realtà dei fatti è questa: siamo solo all’inizio del campionato, la squadra è al quarto posto e ci sono ancora moltissime partite da giocare. Non abbiamo ancora conquistato nulla. È positivo che la gente creda in noi, però lì bisogna fermarsi e concentrarsi sulla prossima partita, affrontandola col massimo realismo. La cosa più importante è la sfida che verrà domani. Dobbiamo avere la consapevolezza che dobbiamo lavorare forte per continuare a crescere, questa è una maratona e siamo solo all’inizio di una maratona molto lunga e molto difficile. Abbiamo iniziato con il piede giusto, questo è molto positivo, ma non possiamo rilassarci neanche un momento. Io e le persone che lavorano con me e con la società siamo impegnati per far sì che nessuno devi da questa strada, una strada che deve essere tracciata con umiltà e con molto lavoro. Chi mi ha voluto qui? Come è noto, ho sempre trattato con il ds Petrachi e con Fienga.


Fonte: http://www.gazzetta.it/rss/serie-a.xml


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