Gli inizi nelle giovanili del , poi il grande salto all’Udinese di Luciano Spalletti: quindi l’ottimo campionato in Serie A, con la conseguente qualificazione in Champions League. La vita calcistica di è indelebilmente segnata da questi due passaggi. Oggi, a 42 anni vive ancora il calcio come una “passione che purtroppo non lo abbandona”. Attualmente è il numero 9 dell’Afragolese 1944, squadra di Eccellenza campana che grazie ai suoi gol, e non solo, sta vivendo il sogno della promozione in Serie D. In esclusiva ai nostri microfoni, Dino Fava, ci ha parlato del suo passato al Napoli e all’Udinese, del momento attuale delle squadre di Ancelotti e Gotti, che si affronteranno sabato sera alla Dacia Arena di Udine, e della sua carriera attuale.
DINO FAVA: NAPOLI, ANCELOTTI E L’UDINESE
Il Napoli ti ha fatto affacciare al mondo del calcio, con l’Udinese hai vissuto gli anni più belli della tua carriera, toccando con mano anche la Champions League. Ci racconti quelle esperienze? “Sono partito con il Napoli, ho fatto il settore giovanile lì. Sono felice di aver cominciato proprio a Napoli perché furono due stagioni molto importanti. Vincemmo la Coppa Italia Primavera, arrivammo alle fasi finali del Campionato e alle semifinali del Torneo di Viareggio. L’allenatore era Montefusco, un grande allenatore, una persona eccezionale. Con l’Udinese, invece, ho vissuto i miei anni più belli. Realizzai il sogno di giocare in Serie A ed era una squadra in cui si pensava solo a giocare a calcio, senza troppe pressioni. L’allenatore era Spalletti, un allenatore incredibile. La squadra, tra l’altro, era molto buona: c’erano Pizarro, Di Natale, Di Michele… Riuscimmo a qualificarci per i preliminari di Champions League e, poi, a superarli”.
(Photo by Getty Images)
Con molta umiltà, dopo l’Udinese, hai accettato anche categorie inferiori: “Forse fu anche un mio errore, forse qualche scelta sbagliata. Purtroppo quando sei nel mondo del calcio bisognerebbe avere una sfera di cristallo per riuscire a capire dove andare. Scelsi Treviso che non era ben attrezzata: non fu un periodo felicissimo e retrocedemmo subito. Ma non mollai. Andai a Bologna e vincemmo il campionato di Serie B. Da lì tornai a Salerno e, tutto sommato, posso dire sia andata bene. L’unico rammarico è quello di non aver continuato ad Udine in quegli anni, sarebbe stata una carriera completamente diversa. Ricordo che la Serie A di quei tempi era stracolma di campioni”.
Sabato si affrontato Udinese e Napoli che non vivono un buon momento. Parlando del Napoli, dove pensi possa arrivare? Credi che con un allenatore come Carlo Ancelotti, la squadra riuscirà a risollevarsi? “Io un’idea sul Napoli ce l’ho. Non c’è nulla da dire su Ancelotti perché ha vinto e stravinto ma non credo sia adatto al Napoli. Servirebbe un allenatore che lavori di più sul campo dal punto di visto tecnico-tattico come faceva Sarri. Faceva lavorare tantissimo la difesa e li teneva sotto per molto. Ad Ancelotti servirebbe un club già pronto perché poi è tra i migliori a gestire determinate situazioni”.
“Mi auguro che venga fuori al più presto da una situazione strana di classifica. Lì ho lasciato il cuore e non meritano le difficoltà sia come città che come tifosi”.
DINO FAVA SUL PRESENTE: PRIMA STAGIONE ALL’AFRAGOLESE IN ECCELLENZA CAMPANA
Stai vivendo un’ottima stagione con l’Afragolese: segni in ogni modo, dalla rovesciata al più classico colpo di testa. Cosa ti ha spinto, a 42 anni, ad accettare una sfida del genere? “Ho la fortuna di stare bene fisicamente e questo mi aiuta tantissimo. E’ una passione che purtroppo non mi abbandona e sono contento. Spero di dare anche quest’anno il mio contributo all’Afragolese per raggiungere l’obiettivo”.
Se si parla di Dino Fava, si fa riferimento ai gol. Ne hai segnati tantissimi in carriera, che rapporto hai con il gol? E’ questione di entusiasmo e divertimento o qualche volta lo hai vissuto come un’ossessione? “Il gol non l’ho mai vissuto come un’ossessione. Certo, per un attaccante è sempre un piacere fare gol perché ti dà stimolo, motivazioni ed entusiasmo. Per me è sempre stato importante riuscire a dare tutto per la maglia con cui gioco per arrivare agli obiettivi prefissati, a prescindere da chi segna”.
Obiettivi? “Spero di dare il contributo che la squadra si aspetta da me, come ho fatto negli ultimi anni. Poi, ripeto, è importante che la squadra raggiunga tutti gli obiettivi”.
Futuro? “Vado a step. Adesso vediamo di raggiungere l’obiettivo Serie D con l’Afragolese e poi vediamo. Il presidente mi sta pressando (ride, ndr.) su questo ma valuterò in seguito”.