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Il papà di Kean: “Lo voglio subito in Italia, ma non al Milan, là non crescerebbe”

di Fabio Marzano

TORINO – Mancano poche giornate prima della sosta natalizia e questo significa che, oltre alle vacanze, ci avviciniamo anche al mercato invernale e molte società sono gia attive su questo fronte. Uno dei nomi che sta creando molto dibattito in questo ultimo periodo nel calcio italiano, è quello che vede coinvolto l’ex centroavanti della Juventus Moise Kean, ora in forza all’Everton, nel quale però non riesce a trovare gli spazi giusti. Proprio sul futuro dell’attaccante Azzurro, sul passato di Allegri in bianconero e sui casi di razzismo avvenuti recentemente, è voluto intervenire il padre dell’ex bianconero, Jean Kean che, ha cortesemente rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva alla nostra redazione.

SUL RAZZISMO – “Il razzismo c’è dappertutto, anche da noi in Africa. Ma la gente che non è educata, allo stadio si comporta in un modo esagerato, per me il razzismo non è una bella cosa, ognuno di noi ha ricevuto un educazione e quelli che non lo sono, insultano i giocatori di colore e questo non può essere perche siamo tutti uguali. Io ai miei fratelli di colore dico sempre che quando partono per un nuovo posto, devono seguire e imitare quello che fa la gente che hanno trovato li e cercare di integrarsi con loro. Noi che siamo in Italia dobbiamo copiare gli italiani perche siamo a casa loro e dobbiamo comportarci bene. Sul campo però, fare ‘Buuu’ ai giocatori non è bello. Ognuno ha la sua educazione poi, ad esempio Balotelli ha reagito in maniera eccessiva, c’era un giocatore, se non ricordo male Zoro del Messina che, dopo gli insulti ricevuti è andato dall’arbitro a consegnargli il pallone e questo è stato un gesto di maturità, anziché tirare la palla verso la tribuna. Uno che calcia il pallone cosi a mio avviso, non è educato. Per questo dico sempre a mio figlio di non fare quello che fa Balotelli e di non assomigliare a lui, deve avere il suo comportamento e il suo modo di ragionare. Non deve seguire il suo esempio, dalle discoteche alla vita fuori dal campo, in nessun modo”. 

SUL NIPOTE HALLANE KEAN – “Io ho il mio nipotino che gioca alla Juve e si chiama Hallane Degnan Kean, ha 12 anni e gioca gia con i bianconeri, è arrivato dalla scuola Calcio del Biella e ora è circa un anno che si trova qui. Sembra promettere bene, anche per quello che dicono gli allenatori, spero diventi come mio figlio o piu forte”.

SUL FUTURO DI MOISE – “Io lo voglio subito in Italia, lo voglio immediatamente, senza nessun altra scusa deve tornare subito a casa. Qui c’è la Roma dove ha Zaniolo che è un suo grandissimo amico e insieme possono imparare molte cose. Se viene alla Roma sarò molto soddisfatto e lo spero. Non sono contentissimo dell’Inghilterra per questo voglio che torni. Tra Roma e Milan preferisco i giallorossi per due motivi: il primo è Fonseca perchè fa giocare bene la squadra e fa crescere molto i giovani, come faceva Allegri. Fonseca è molto sveglio e prepara bene la squadra anche per quello che deve ancora arrivare, lui prepara il futuro e Moise si troverebbe benissimo. Poi perchè il Milan non è più il top club di una volta e ora stanno attraversando un momento molto delicato, non crescerebbe se va ai rossoneri in questo momento. Da piccolo era anche tifoso dell’Inter, magari questo può influire, però è un mio pensiero”. 

SU ALLEGRI – “Se Allegri non era alla Juve, mio figlio non diventava cosi forte. Ne voglio approfittare per salutare mister Allegri, mi piaceva da morire la sua Juve, questa di Sarri proprio per niente. Non ha un bel ritmo, Max era il mio preferito, se lui dovesse tornare alla Juve farò di tutto per far tornare mio figlio ai bianconeri”. 

SU RAIOLA – “Non mi ha mai cercato. Io ho provato a rintracciarlo molte volte ma non mi ha mai risposto. Da quando ha fatto il salto di qualità i contatti li ha solo la madre ma deve sapere che questo ragazzo ha anche un padre. Sono io che l’ho seguito fino a 12 anni  e l’ho portato a giocare a calcio fino a farlo arrivare alla Juve. Tutti i suoi traguardi e le squadre che ha raggiunto, lo deve anche grazie a me che sono sempre andato a parlare con le società e gli allenatori, tutto questo per dare spazio a mio figlio. Lui deve avere anche la benedizione di suo papà. Hanno montato la testa di Moise e ora lui non mi vuole nemmeno parlare. Uno che non rispetta la legge della natura avrà la maledizione, se invece la rispetti sarai sempre benedetto. L’ho aiutato a crescere fino ai 12 anni, quando poi è iniziato tutto. Aldilà di tutto, io vorrò sempre il bene di mio figlio”. 

Ringraziamo gentilmente Jean Kean per la disponibilità.


Fonte: http://www.gazzetta.it/rss/serie-a.xml


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