in

Juve, Ronaldo: ecco la verità

Parliamoci chiaro, se c’è una cosa che mette ansia alla non è l’aspetto disciplinare della vicenda , ma le condizioni del suo ginocchio. Con pragmatismo assai sabaudo, la società bianconera lascia l’argomento del giorno a chi ne vuole, giustamente, discutere e si preoccupa del problema fisico al suo giocatore più importante. I dirigenti bianconeri e lo stesso presidente Agnelli non si scompongono più di tanto di fronte all’atteggiamento scomposto del giocatore di fronte alla sostituzione. Al netto dell’interpretazione del labiale. i vertici juventini sono del tutto convinti che il tecnico e il fuoriclasse potranno chiarirsi, così come potranno fare CR7 e la squadra. Non che la nuova triade juventina ignori il potenziale problema di spogliatoio e la spiacevolezza dell’episodio, ma lo ritiene decisamente più gestibile e meno grave di un eventuale infortunio a Cristiano Ronaldo e, in generale, della sua condizione atletica. Perché, per essere ancora molto chiari, tra il caso della sostituzione e la forma di CR7 c’è lo stesso rapporto fra il dito che indica e la luna che viene indicata.

Ronaldo non è più lui da quattro partite

Ognuno decide cosa guardare, ma Ronaldo non è più Ronaldo da quattro partite e questo insinua un filo d’ansia nei vertici juventini e nello stesso allenatore, perché la ragione è chiara a tutti. In uno dei primi allenamento seguiti a Lecce-Juventus, la partita in cui a Ronaldo era stato concesso un turno di riposo, il giocatore ha infatti preso un colpo al ginocchio destro. Apparentemente una botta di quelle che si assorbono un pochi giorni, ma il colpo ha in realtà provocato una leggera infiammazione al legamento collaterale con conseguente versamento di liquido. Niente di grave, tant’è che amministrando fatica e lavoro sul campo con attenzione, Ronaldo è riuscito a giocare l’intera partite contro il Genoa, risultando decisivo al 96’ (!) e l’intera partita contro il Torino (prestazione appena sufficiente) più 81 non memorabili minuti a Mosca e i mediocri 55 contro il Milan. Minuti, questi ultimi, che probabilmente non avrebbe dovuto giocare, vero, ma questa affermazione è la porta d’ingresso a ragionamenti più complessi sugli equilibri diplomatici, psicologici e perfino economici di cui si deve tenere conto quando si gestisce un fenomeno assoluto come Cristiano Ronaldo e un’azienda come CR7.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


Tagcloud:

Il Milan sceglie: Mandzukic, Mertens o Ibrahimovic

Eto'o segna ad Abbiati: partita tra vecchie glorie che sa di derby