BARCELLONA – Già da qualche anno i top team europei, in particolar modo quelli storici, hanno capito che, per difendere i propri privilegi dall’offensiva dei nuovi ricchi (magnati russi prima, sceicchi arabi poi), sarebbe stato fondamentale abbinare un efficiente servizio di scouting alla capacità finanziaria di poter pagare cento milioni per un calciatore. In questo senso, il Barcellona ha fatto scuola: cartera (portafogli) sì, ma anche e soprattuto cantera. I vari Valdes, Sergi Roberto, Piquè, Puyol, Jordi Alba, Xavi, Busquets, Iniesta, Messi, Cesc e Pedro – solo per fare un esempio di un 4-3- 3 forgiato negli ultimi lustri dalla Masia – sono riusciti a conquistare il mondo grazie anche ai gol, alla magia e alla classe di gente come Ronaldinho, Eto’o, Deco, Ibrahimovic, Villa, Henry e, più recentemente, Luis Suarez e Neymar junior.
Mercato Juve e i parametri zero
Una filosofia, dimostratasi vincente, che la Juventus ha fatto propria. E già, perché il costante aumento del fatturato negli ultimi anni non ha obnubilato le menti dei dirigenti bianconeri che, oltre a essere diventati i maestri indiscussi dei “parametro zero”, hanno, da un lato, messo mano al portafogli per portare a Torino fuoriclasse del calibro di Gonzalo Higuain, Paulo Dybala, Cristiano Ronaldo e Matthijs de Ligt e, dall’altro, hanno dato mandato ai propri osservatori di concentrarsi sui settori giovanili più promettenti.