TORINO – , leggiadra, con l’abbrivio preso grazie alla netta vittoria ottenuta in Champions League martedì scorso contro il Bayer Leverkusen. Una vittoria che non solo ha posto la squadra in ottima posizione nell’euro girone (in linea con i programmi di base), ma che ha anche consolidato tutta una serie di certezze e certificato tutta una serie di passi avanti dal punto di vista del gioco, dei meccanismi, del feeling tra interpreti. La sensazione lasciata da quel 3-0 (che peraltro sarebbe potuto essere un 4, 5 o anche 6-0 considerando le nitidissime occasioni create) è che Maurizio Sarri sta davvero iniziando a plasmare la squadra a propria immagine e somiglianza, previa specifici principi di gioco tesi al palleggio, al pressing alto, alla difesa di reparto.
Juve, la squadra è in fase di crescita costante
Il gruppo recepisce, rielabora, mette in pratica. E i singoli, anche i nuovi acquisti, si calano nella realtà bianconera con cognizione di causa e personalità lasciando a intendere – in ottica Inter – che sia lecito attendersi una Juventus non più “under construction”, bensì in fase di crescita costante. Anche solo poche settimane fa si sarebbe guardato all’importante banco di prova milanese mettendo in conto parecchie incognite, invece ora le prospettive sono differenti. Si sarebbe ad esempio guardato all’impiego di Matthijs De Ligt (giocoforza al posto del lungodegente Giorgio Chiellini) con un pizzico di apprensione in più. Ché le prime prestazioni dell’olandse erano state altalenanti in termini di continuità, pericolose in termini di scelte d’azione. Le ultime, invece, evidenziano quella personalità e quelle qualità che hanno indotto la Juventus a sborsare 85 milioni di euro pur di accaparrarsi l’olandese alla faccia delle altre big d’Europa (che, da parte loro, erano pronte a sborsare appena poco di meno).