Antonio Conte non è uomo da mezze misure e questa è cosa nota. I cambiamenti di cui egli è portatore sono sempre radicali e destinati a lasciare il segno per lungo tempo e così sta accadendo anche in casa nerazzurra nonostante la stagione sia appena all’inizio.
Il mutamento di mentalità e in qualche modo di risultati che la compagine interista sta mettendo a frutto in queste partite certifica come l’impronta dell’ex tecnico del Chelsea sia evidente e di come egli sia già entrato in profondità nei cuori e nelle menti dei propri ragazzi.
Guardando bene la nuova Inter voluta da Conte si coglie subito che uno dei cardini del progetto è il ruolo assunto da parte degli italiani in una squadra che fin dal nome (Internazionale) e dalla storia recente ha sempre avuto un grande respiro cosmopolita.
Stando ai fatti è “singolare” anche che tale situazione si registri proprio sotto una presidenza straniera (Suning) mentre l’era Moratti si era contraddistinta proprio per l’esatto contrario, su tutti basti pensare che il Triplete del 2010 fu realizzato da un condottiero portoghese (Mourinho) e che Marco Materazzi era l’unico italiano degli undici titolari di quella squadra.
Ritornando all’attualità calcistica i vari Barella, Sensi, Bastoni, D’Ambrosio, Politano, Gagliardini e perfino il ritrovato Candreva sono tutti atleti pronti a dare il loro contributo anche alla causa della Nazionale di Roberto Mancini.
Avere uno “zoccolo duro” dal quale attingere e sul quale cementare una nazionale è prerogativa di ogni ciclo “azzurro” ed ecco che con una Juve sempre più intenta ad ingaggiare grandi campioni dall’estero la politica del Made in Italy interista ha di fatto mutato le gerarchie anche in vista di Euro 2020.
I giovani italiani come Sensi e Barella hanno fatto vedere di essere all’altezza dei palcoscenici più importanti (vedasi le partite disputate in Champions al di là dei risultati) e questo non può che accrescere la fiducia in loro stessi. Discorso diverso va fatto per giocatori quali D’Ambrosio e Candreva che hanno saputo scrivere un inizio di stagione all’insegna del riscatto personale.
Quello che il futuro riserverà alla squadra milanese e alla nazionale italiana non ci è dato sapere ma prendendo in prestito le parole del poeta inglese Samuel Taylor Coleridge il quale sosteneva che nell’oggi cammina già il domani si può tranquillamente dire che agli ordini di Conte e Mancini ci sia già la nostra “meglio gioventù”.