Michela Persico ha raccontato i sui progetti lavorativi e di famiglia insieme al fidanzato Daniele Rugani in una lunga intervista a Torinerò: “Mi sono trasferita a Torino tre anni e mezzo fa, per amore. All’inizio ho fatto un po’ di fatica perché non conoscevo nessuno e non ho trovato semplice legare con le persone. Inoltre avevo lasciato la casa appena acquistata a Bergamo ed il mio lavoro da giornalista a Cologno Monzese. È stato un azzardo, sì, ma ben ponderato: sentivo che era la cosa più giusta da fare in quel momento. Ad oggi posso affermare di essere molto felice di quella scelta, senza rimpianti né rimorsi. La mia carriera? Ho cominciato a lavorare come giornalista sportiva su TeleLombardia e nella redazione di tg com 24. Dopo la laurea in lingue sono diventata giornalista pubblicista: stavo realizzando il mio sogno… Poi l’incontro con Daniele ha cambiato i miei programmi. Ci siamo conosciuti per caso ad una partita di tennis a Brescia, 4 anni fa, quando lui stava per passare dall’Empoli alla Juventus. Non ci siamo visti dopo quel giorno, sebbene lui mi avesse chiesto l’amicizia su Facebook. Poi il destino ha voluto che Mediaset incaricasse proprio me di preparare un servizio giornalistico su di lui. Ci siamo piaciuti da subito, ma all’inizio ci vedevamo di nascosto perché era preferibile che i giornalisti sportivi di Mediaset non avessero relazioni con sportivi…”
Progetti per il futuro: “Sono reduce da un anno bellissimo trascorso a 7 Gold. Condurre il Processo di Biscardi mi è piaciuto molto. Per quest’anno, però, ho deciso di lavorare in un settore diverso da quello sportivo… Mi occuperò di intrattenimento ma, per scaramanzia, preferisco aspettare prima di raccontare dettagli. Le soddisfazioni personali rafforzano la propria identità e la propria autostima. Credo che il rapporto di coppia diventi più gratificante quando entrambi si sentono realizzati individualmente”.
Famiglia: “Mi piacerebbe avere due figli. L’ideale per me sarebbe avere una femminuccia prima ed un maschietto dopo. Daniele ha 25 anni, tre meno di me, dunque aspetteremo ancora un po’… ma non troppo!”