in

Lazio, Lotito: «Inzaghi? Allenatore per merito mio»

TORINO – Claudio Lotito, presidente della Lazio dal 19 luglio 2004, racconta, a margine di un evento Campagnano di Roma, alcuni degli episodi che hanno definito la sua presidenza, a partire dalla scelta di Igli Tare come direttore sportivo: «In molti non condividevano questa scelta – le parole del numero uno biancoceleste a LaLazioSiamoNoi.it -, invece è stata una grande scelta. Avevamo preso l’impegno di prolungargli il contratto. Viene all’incontro con il procuratore e gli dico: “Guarda, io non ti rinnovo”. “Ma come, lei aveva dato la sua parola, non è corretto, non è serio”. Gli ho detto che avevo intenzione di fargli fare il direttore sportivo. “Ma come, non ho neanche il patentino”, mi ha detto. “Non ti preoccupare, quello lo prendi. Pensaci, ti do 30 minuti”. È tornato mezz’ora dopo e mi ha detto di sì».

INZAGHI – Non meno articolata la vicenda legata all’esonero record di Bielsa, sostituito da Simone Inzaghi: «Quando mi sono insediato chiamavo i giocatori per rinegoziare i contratti. Si presenta Simone Inzaghi con il suo agente e gli propongo 5.3 milioni per 5 anni. Il procuratore è soddisfatto. “Avete capito bene?”, gli faccio, “gli faccio 5.3 milioni in 5 anni”. “All’anno”, dice lui. “No, in totale”, rispondo. Inzaghi mi fa: “Posso parlare da solo con lei, presidente?”; Gli dico: “Che vuoi fare dopo?”, “L’allenatore”, risponde. “Ti faccio fare l’allenatore”. Inzaghi va a Genova, alla Sampdoria, passa un momento difficile dal punto di vista familiare e quando non giocava più Sabatini mi dice: “Licenziamolo”. Io dico no, poi è andato a Bergamo. L’ho chiamato e gli ho detto: “Simò, la carriera tua mi sembra sia finita, ti offro di fare l’allenatore degli Allievi Regionali”. Vince il campionato Allievi Nazionali, poi Bollini va con Reja a Bergamo e allora prendo Simone e lo metto alla guida della Primavera, dove fa bene. Poi sarebbe andato alla Salernitana, ma siccome la piazza borbottava, ho lanciato la storia di Bielsa».

CAPITOLO BIELSA: Lotito prosegue: «Bielsa l’ho cacciato io. Quando stavo in Francia, Tare mi chiamava e mi diceva che aveva comprato dei giocatori che voleva l’allenatore, dopo 3 minuti non andavano più bene. Torno a Formello, con Tare chiamiamo l’allenatore e inizia una situazione di un certo tipo. Tare gli parlava, lui rispondeva come se fosse uno scienziato. A un certo punto mi sono mortificato per Igli e ho preso il telefono: “Senta mister, lei se ne deve andare”. Tare era pallido».


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


Tagcloud:

Torino, Lyanco: «Voglio restare al Bologna»

Coppa Italia: Atalanta-Fiorentina a Calvarese, Mazzoleni per Milan-Lazio