TORINO – Le Leghe europee dicono no ai progetti Eca e Uefa di riforma del calcio europeo, Champions in primis. Di più, qualsiasi revisione del sistema deve passare “inevitabilmente” attraverso l’accordo tra le leghe nazionali. Dal presidente dell’European League, Lars Christer Olson al n.1 della Liga, Javier Tebas, da Claudio Lotito ad Aurelio De Laurentiis fino all’ad della Lega di A, Luigi De Siervo, la riunione allargata delle leghe europee a Madrid, ha visto crescere il fronte comune “contro le riforme calate dall’alto“. Domani l’incontro decisivo con l’Uefa. Edwin van der Sar, dg dell’Ajax e vice di Andrea Agnelli alla guida dell’associazione dei principali club europei, ha illustrato la posizione dell’Eca dopo l’introduzione del n.1 Juve. “Non è vero che vogliamo giocare il sabato“. Ma Leghe e “un’ampia maggioranza di club” sono contrari comunque. Il loro è un no alla ‘nuova’ Champions che rischia di stravolgere i campionati nazionali: è la sintesi emersa dall’incontro nella capitale spagnola per discutere della proposta di riforma avanzata dall’Eca che ipotizza posti fissi per le big. Le Leghe e “un’ampia maggioranza di club non sono contro i cambiamenti, ma hanno serie preoccupazioni verso una proposta che potrebbe alterare la struttura dei rispettivi campionati nazionali”; e ribadiscono la ferma convinzione che “il merito sportivo debba rimanere la via di qualificazione alle competizioni europee”.
LOTITO – “È finito il tempo dei servi della gleba”, la metafora del presidente della Lazio secondo cui “non possono essere 20 società a decidere il futuro di tutti”. “Il calcio europeo è cambiato rispetto ad anni fa – ha detto Tebas – Dal nostro punto di vista non può essere presa una decisione senza accordo con le varie leghe, non si può riformare se non c’e’ accordo tra tutti”. Adesso serve una nuova ‘governance’, l’unica preposta a decidere nei processi decisionali di riforma.
TEBAS – “Dobbiamo cambiare le regole con cui vengono prese le decisioni nel calcio europeo – ha spiegato Tebas – il calcio è un’industria che è cambiata e le Leghe devono essere ascoltate, non è sufficiente consultarle, ma serve un accordo con loro. Non credo che i grandi club stiano andando a fare la guerra per conto proprio – ha proseguito Tebas – Io non la penso così e non lo farò. Per questo penso che il peso delle Leghe nazionali deve essere maggiore e non può essere presa alcuna decisione senza di loro. Noi non accetteremo di essere solo consultati”. “Le nostre società sono consapevoli che c’è in gioco il futuro del calcio italiano ed europeo e oggi, con la loro presenza, hanno dato un forte segnale – ha commentato al telefono con l’ANSA Luigi De Siervo, A.d. della Lega Serie A – Il dialogo e il confronto non devono mai mancare, ma è chiaro che i campionati nazionali devono disputarsi durante il weekend e che il loro format sia un tema di pertinenza delle Leghe, così come è importante che resti basato sulla meritocrazia l’accesso alle coppe europee. Sono fiducioso e certo – ha concluso – che tutte le parti in causa sapranno trovare la soluzione per venire incontro alle esigenze di tutti, a partire dall’appuntamento chiave di domani con l’Uefa”. “Penso che sia la Champions che l’Europa League si sono invecchiate, hanno fatto il loro corso, ma non è con una manciata di soldi in più che si aiuta la crescita del calcio”, ha detto il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, secondo cui “serve una rivoluzione copernicana che cancelli questa Champions e questa Europa League, ma pensare di tornare alla competizione per pochi eletti sarebbe un calcio al calcio mondiale”.