TORINO – Aspettando la finale di Europa League tra Chelsea e Arsenal, si raffoza la candidatura di Maurizio Sarri per la panchina della Juventus. Il vicepresidente bianconero Pavel Nedved e il ds Fabio Paratici continuano a ripetere lo stesso ritornello: «Nessuna fretta, ma abbiamo le idee chiare». Le voci su altri tecnici, però, continuano a susseguirsi. Un po’ è precauzione – sogni (Guardiola e Klopp) e piani alternativi (Simone Inzaghi su tutti) vanno tenuti in vita fino alla fine perché qualche imprevisto può sorgere sempre nel mercato – e un po’ è pretattica. Sarri è sotto contratto con il Chelsea e fra una settimana disputerà la finale di Coppa. L’esito dell’Europa League non dovrebbe cambiare i piani del patron russo Roman Abramovich e del suo braccio operativo Marina Granovskaia, entrambi decisi a sostituire il tecnico italiano con la bandiera Blues Frank Lampard (ora al Derby County). La situazione è chiara, ma gli equilibri a ridosso di una Coppa europea sono sempre sottili. La Juventus vuole rispettare Sarri e i dirigenti del club inglese. Così i bianconeri continuano a muoversi sottotraccia.
NUOVI CONTATTI – I primi contatti tra Fabio Paratici e Fali Ramadani, intermediario regista del trasferimento dell’ex allenatore del Napoli a Stamford Bridge, vanno avanti da almeno inizio maggio. E negli ultimi giorni stanno proseguendo in maniera positiva. Sarri non corre da solo, ma è il candidato più serio e forte alla successione di Massimiliano Allegri. Scelta prima di tutto filosofica: dopo i 5 anni di regno e di trionfo del “Conte Max”, la Juventus vuole rinnovarsi puntando su un tecnico che rappresenti il massimo della discontinuità rispetto al livornese. Sarri non è Guardiola, ma è una sorta di Pep italiano come principi di gioco. Invece di rivoluzionare la squadra, come chiedeva Allegri, la Juventus ha deciso di ribaltare abitudini e gioco per assicurarsi una scossa a prova di nuovi successi. Gli acquisti più importanti potrebbero essere i giocatori già in rosa (Pjanic, Alex Sandro su tutti) rimotivati dalle novità del tecnico italiano. Sarri non è abituato a presentare una lista della spesa ai propri dirigenti – il mercato non gli piace proprio – ma Paratici, al netto di qualche cessione necessaria, nel caso non gli farà mancare i regali di benvenuto. A partire da un centrale difensivo.