TORINO – Non ha le fattezze di Silvester Stallone ma per tutti Aaron Ramsey è Rambo. Un soprannome che il centrocampista gallese si porta dietro da una vita. «Poteva essere nell’Under 11 o 12, c’è stata una lite in campo e sono stato sostituito, qualcuno ha fatto una battuta sul fatto che assomigliassi un po’ a Rambo e da allora quel soprannome mi è rimasto» raccontava anni fa il giocatore.
Ramsey, spirito di un guerriero
Il viso angelico nasconde dunque lo spirito di un guerriero: è un combattente perché, nonostante i tanti infortuni che hanno accompagnato la sua carriera, Ramsey è sempre risorto. Anche dagli ultimi fastidi agli adduttori: sembrava un problema di poco conto, alla vigilia della sfida contro l’Inter a San Siro, invece lo ha costretto a stare fuori un mese. E a riprendersi la in maniera graduale: una mezz’oretta in campo contro il Genoa, più o meno lo stesso minutaggio nel derby, dove ha avuto lo stesso impatto devastante di Gonzalo Higuain, cambiando il volto della partita: il suo inserimento ha infatti scompaginato il Toro, aprendo spazi ai compagni di squadra.