Un tarlo si è insinuato nella testa di Maurizio . Il sospetto di stare riuscendo così bene nel suo intento, plasmare una che abbia sempre il controllo del gioco, che crei tanto, che si diverta e diverta, da aver ingenerato un pericoloso effetto collaterale: un eccesso di sicurezza nella propria superiorità, espressa in modo così evidente, che fa nascere nei giocatori quella «leggerezza» al momento di andare al tiro che sta impedendo alla squadra bianconera di concretizzare quanto crea e che il tecnico ha stigmatizzato dopo il pareggio di Lecce.
Non può essere un caso
La partita del Via del Mare non è stata la sola in cui la Juventus non ha segnato in proporzione a quanto creato, anzi, è stata solo l’ultima di una serie che comprende quasi tutte le esibizioni bianconere. Ci sono stati fuorigioco millimetrici, pali, portieri che hanno vissuto giornate di grazia, dal bresciano Joronen al leccese Gabriel passando per lo spallino Berisha e il bolognese Skorupski, ma la serie è ormai troppo lunga per avere nella casualità la sua unica radice o quella principale. Né si può pensare che il problema sia tecnico: Cristiano Ronaldo (assente a Lecce ma presente in altre partite in cui la Juve non ha concretizzato quanto costruito) è il miglior finalizzatore del pianeta e Paulo Dybala e Gonzalo Higuain sono due tra gli attaccanti più forti in circolazione, per citare solo i tre bianconeri più offensivi.