BRESCIA – Tre punti importanti per il Sassuolo di Roberto De Zerbi, che ha espugnato il “Rigamonti” nel recupero della 7ª giornata. Una gara speciale per il tecnico neroverde, in uno stadio che conosce benissimo: “Una vittoria ottenuta su un campo difficilissimo, conosco bene questo campo e questa squadra, difficile da affrontare e organizzata. Tre punti che valgono doppio sia per la classifica che per la portata dell’avversario. – ha detto ai microfoni di Sky Sport -. Squadra matura? Sì, oggi non era da giocare solo senza palla, ma serviva ancor di più il cervello – ha spiegato a Sky il tecnico del Sassuolo -. Venivamo da una gara giocata a San Siro e un calo fisiologico ci poteva stare, faccio i complimenti ai giocatori. Ora non dobbiamo mollare nulla perchè la classifica non ce lo consente”.“Per me non è stata una partita come le altre, qui ho tanti miei amici, sono nato a 100 metri dallo stadio e ho visto le partite del Brescia da quando ho 8-9 anni, me l’ha trasmessa la famiglia e la terrò fino alla fine. Contento dei cori, pareggia quelli che prendo contro dall’Atalanta. Fa piacere sentirli a casa mia, mi rende orgoglioso”. Su uno dei migliori interpreti del centrocampo neroverde: “Locatelli? Sta diventando un giocatore completo di livello e purtroppo assoluto, perchè prima o poi ce lo portano via. Sta facendo una partita più bella dell’altra, ha solo 21 anni. Per un periodo era dietro agli altri perchè si allenava troppo piano, nonostante fosse un professionista serio: deve sempre chiedere il massimo a sé stesso. Se lo fa non ne vedo tanti meglio di lui in giro. Lui a due in mezzo fa giocare bene tutti, una fortuna averlo quando lui è così”.
“Classifica? La squadra è giovane e mi soddisfa, nonostante l’ambizione di guardare avanti. Spesso ci siamo fermati in maniera clamorosa, non è finta umiltà, dobbiamo guardarci dietro. Forse con un po’ di pepe teniamo più alta l’attenzione”. Sull’incontro con Magnani a fine gara: “Cosa ci siamo detti? Che per me diventerà un grande giocatore se migliorerà in cose che non vi dirò. Mi fa piacere quando un giocatore mi viene a salutare, vuol dire che gli ho lasciato qualcosa come persona” ha concluso De Zerbi.