Studia il lavoro degli altri e ha tanta nostalgia di tornare in campo. si è raccontato a Marca in un’intervista che ha toccato soprattutto i tempi del Real Madrid, quando lo Special One era l’allenatore di Cristiano Ronaldo. “Non faccio altro che guardare partite a casa, imparo molto dalle altre squadre e dagli altri allenatori. Il calcio mi manca, ma dobbiamo essere prudenti e pazienti. Il mio punto di vista sul ritorno in campo? Se giocheremo le restanti partite di campionato, sarà un buon segno per noi, per la Premier e per il calcio in generale – ha dichiarato il portoghese –. Il calcio non sarà mai a porte chiuse: le telecamere saranno presenti e milioni di persone ci guarderanno. Uno stadio vuoto non sarà mai completamente vuoto”.
Mourinho: “Abbiamo fatto la storia”
“È molto difficile per me dire se quello fosse il punto più alto o meno. Ma ovviamente è stato un momento molto importante perché si è verificato in un periodo speciale in cui dominava il Barcellona. Porre fine a quel dominio e farlo raggiungendo anche un record di punti e un record di obiettivi del genere lo ha reso ancora più interessante e importante, dal momento che lo abbiamo fatto nel miglior modo possibile. Non è solo che abbiamo vinto la Liga, è che l’abbiamo fatto in un modo che ha fatto la storia“.
Mourinho: “Callejon importante tanto quanto Ronaldo”
“Cristiano Ronaldo determinante nel mio Real Madrid? Non mi piace analizzare i singoli. Ogni giocatore era importante perché ognuno di loro aveva un ruolo chiaro all’interno della squadra. Tutti volevano vincere e tutti sapevano di essere importanti perché sapevano di aver contribuito a un obiettivo. In questo senso ricordo Callejon e Granero, che non erano titolari ma furono comunque molto importanti. Quella squadra meritava di vincere Liga e Champions”.
Mourinho: “Ho vinto in Italia, Inghilterra e Spagna”
“Volevo vincere e avere successo in Italia, Inghilterra e Spagna. Sono ancora l’unico allenatori a esserci riuscito. A chi mi accusa di essere un ‘difensivista’, dico che la storia è lì e quindi non c’è niente che io possa dire. Alla fine tutto si riduce a quello, a ciò che resta della storia”.