Se il 22 maggio è la data che per tutti gli interisti evoca i ricordi incancellabili del Triplete 2010, il 27 maggio resterà per sempre come giorno benedetto. Nel giro di due anni l’Inter ha infatti conquistato due Coppe dei Campioni consecutive proprio il 27 maggio: nel 1964 contro il Real Madrid, nel 1965 contro il Benfica.
27 maggio 1964
Il Real Madrid di Di Stéfano, Puskás, Gento. Quello delle cinque Coppe dei Campioni. Difficile pensare di stravolgere le gerarchie, non impossibile per l’Inter del mago Herrera. Vienna, Prater Stadion. L’Inter piazza Tagnin a uomo su Di Stéfano, annullandone di fatto la pericolosità. Tra i pali, Giuliano Sarti: aveva preso una pallonata nel riscaldamento, era dolorante. Al suo posto era pronto a giocare Bugatti, poi strinse i denti e giocò una partita perfetta.
Grande attenzione difensiva e contropiede: queste le armi scelte da HH. Il fatto è che le ripartenze nerazzurre sono condotte da autentici campioni. Il vantaggio nerazzurro arriva sul finire del primo tempo, con un destro dalla distanza di Mazzola: fulminante, folgorante, bellissimo. Nella ripresa tanta sofferenza, ma il fortino è solido grazie soprattutto a un gigantesco capitan Picchi. Il raddoppio di Milani con un destro all’angolino arriva al 60′, poi la semirovesciata di Felo per il 2-1. Pali, salvataggi sulla linea di Picchi e tanto cuore consentono all’Inter di respingere l’ondata blanca, prima del gol della sicurezza sempre di Mazzola. Una doppietta storica, per la prima Coppa dei Campioni nerazzurra, con Angelo Moratti portato in trionfo.
27 maggio 1965
A un anno dalla finale di Vienna e reduci dall’incredibile rimonta sul Liverpool, i nerazzurri di Herrera affrontano il Benfica di Eusebio a San Siro. L’11 cambia di due elementi rispetto all’anno precedente: c’è Bedin al posto di Tagnin, e al quale spetta lo stesso compito, quello di marcare stretto Eusebio. E al posto di Milani c’è Peirò. Campo zuppo di pioggia, Eusebio comunque incontenibile con Sarti costretto a interventi prodigiosi. Al 42′ la svolta: lancio di Facchetti, scambio di Mazzola con Corso, palla per l’accorrente Jair e destro secco rasoterra. L’acqua, il fango, la tensione: Costa Pereira, portiere del Benfica, va in presa facile, ma la palla gli sfugge, gli passa tra le gambe e si infila in porta, 1-0. Nella ripresa l’occasione per il colpo del K.O. con Mazzola stoppato da Pereira e dal palo. Il Benfica rimane in 10: Pereira si fa male in quell’intervento, le sostituzioni non sono ancora previste, tra i pali va il compagno di squadra Germano. Nonostante l’inferiorità numerica il Benfica sfiora il pari, Sarti è sempre decisivo. E alla fine è di nuovo l’Inter a salire sul tetto d’Europa, per la seconda volta consecutiva.
(inter.it)