TORINO – Un anno e un giorno fa, l’addio. Che poi, a leggere l’autobiografia di Giorgio Chiellini, potrebbe essere stato un arrivederci, ma questo è un altro discorso. Un anno e un giorno fa la Juventus comunicava la fine di un ciclo quinquennale ricco di successi e di un paio di delusioni europee comunque metabolizzate alla giusta maniera: perché prima di essere battuti in finale di Champions, a quel livello lì bisogna arrivare e Max ce l’aveva fatta. Un anno e un giorno fa, ecco la nota ufficiale del club bianconero: «Massimiliano Allegri non siederà sulla panchina della Juventus nella prossima stagione 2019/2020».
Con tanto di convocazione per l’indomani, vigilia dell’ultima gara casalinga della scorsa annata, in occasione della conferenza congiunta di due amici speciali, nonché ex vicini di casa: il presidente Andrea Agnelli e l’allenatore, ricordato anche con una casacca celebrativa (con su scritto «5 History Alone») e con la squadra seduta in prima fila. Le parole del tecnico il giorno dopo, inframmezzate dal tipico nodo in gola che precede le lacrime cariche d’emozione (quelle sì, versate il giorno prima davanti ai suoi ragazzi), sono l’immagine perfetta del lustro allegriano.