TORINO – Linea rovente, contatti continui. Juventus e Barcellona sono sempre più complici e alleate per riuscire a portare a termine la prima grande operazione dell’era post Coronavirus. Al completamento del super puzzle Arthur–Pjanic–De Sciglio tengono moltissimo tanto al Camp Nou quanto dalle parti della Continassa. Le ragioni di bilancio si mischiano con quelle tecniche. Tutti motivi che spingono i due club, in accordo da settimane sui contorni economici di un’operazione da circa 60 milioni, a voler arrivare al traguardo in tempi brevi. Negli ambienti spagnoli sembrano avere anche più fretta della Juventus. Da giorni, tutto è in mano ad Arthur. Il dg bianconero Fabio Paratici vuole il brasiliano a tutti i costi e per diverse ragioni: tecniche (è una mezzala di palleggio ideale per il gioco di Maurizio Sarri), economiche (costerebbe la metà di Pjanic a livello di ingaggio) e anagrafiche (il brasiliano ha sei anni in meno del bosniaco). Il dg juventino, grazie anche al prezioso lavoro di alcuni intermediari, sta facendo una corte sfrenata all’ex Gremio.
Il sì del giocatore non è ancora arrivato, ma più per motivi legati alla difficoltà di salutare Barcellona. Arthur non pensava di trovarsi sul mercato e fatica ad accettarlo. Da qualche giorno, però, il muro sembra essersi trasformato in una siepe. Soprattutto da quando il padre del centrocampista brasiliano, primo e più ascoltato consigliere del ragazzo, si è convinto che la cosa più giusta sia togliere il disturbo dal Camp Nou per sentirsi importante in bianconero. Arthur senior sta cercando di far metabolizzare questo pensiero anche al figlio, sempre più orgoglioso della determinazione con cui la Juventus lo sta cercando, ma non ancora convinto del tutto.