ROMA – “Quando ho saputo che avremmo affrontato il Paris Saint Germain nei quarti di Champions ho pensato che fosse davvero fantastico. Certo, è un po’ strano disputare solo una partita, ma per noi può essere un vantaggio. Giocare 90 minuti contro una squadra migliore è meno difficile che giocarci per 180. È ancora molto difficile, siamo un outsider, ma non impossibile“. Marten de Roon, centrocampista olandese della Dea, intervistato da France Football si mostra ottimista sulla sfida che attende i nerazzuri domani sera, a Lisbona. Una traguardo raggiunto nonostante l’Atalanta fosse a zero punti dopo le prime tre partite del suo girone: “Allora davvero non pensavamo di arrivare agli ottavi e ancor meno ai quarti. Ci siamo detti: ‘se riusciamo a vincere due partite, possiamo ancora giocare l’Europa League con un po’ di fortuna’ “. Invece è arrivata l’ultima partita con lo Shakhtar, vinta 3-0: “A quel punto eravamo in piena fiducia. Il ritorno dall’Ucraina è stato pazzesco. L’aeroporto era pieno. Eravamo molto contenti, c’erano migliaia di persone per fare foto… Nessuno ci avrebbe scommesso 1 euro dopo aver perso le prime tre partite“. De Roon, che ha conosciuto anche l’Atalanta pre-Gasperini, riconosce al tecnico il grande merito di “aver cambiato completamente il modo di giocare a calcio a Bergamo, ma soprattutto ha cambiato la mentalità. C’è solo un modo per iniziare una partita, volerla vincere a tutti i costi. Non importa quale squadra affronti, devi avere quella mentalità e quella convinzione. Per me è cambiato tutto perché ora affrontiamo ogni partita con immensa fiducia in noi stessi e nelle nostre possibilità di vittoria“.
“Non corriamo più degli altri, lo facciamo solo meglio”
I numeri dicono che l’Atalanta, pur essendo la formazione che ha realizzato più reti in Serie A, non è quella che corre di più. “Penso dipenda dal fatto che giochiamo principalmente nella metà campo avversaria – è l’analisi di De Roon – Quindi, se l’avversario perde la palla e uno dei nostri giocatori percorre 5 metri intensi per recuperarla, sembra che siamo ovunque. Ma penso che la chiave sia dove ti trovi e quando corri. Sembra che corriamo di più, ma è solo che corriamo meglio. In campo tutti sono vicini gli uni agli altri, quindi le distanze da coprire non sono così lunghe“. Domani sera si vedrà se la ragnatela di mister Gasperini riuscirà a soffocare il PSG.