Oltre venticinque anni dopo, USA ’94 continua a creare polemiche. Tutta colpa (o merito, a seconda di come si vede la questione) di Diego Armando Maradona. La sua positività all’antidoping nel match contro la Grecia è sempre stata il punto focale del risentimento degli argentini. Sin dal primo momento, nell’Albiceleste si è gridato al complotto della FIFA nei confronti del Diez, personaggio scomodo e da sempre molto critico con la federazione internazionale e con il suo presidente, il brasiliano Havelange. Questi, secondo Abel Balbo, i motivi che hanno portato ad incastrare Maradona. L’ex attaccante della Roma ha spiegato a TNT Sports che quel mondiale è ancora un rimpianto per molti motivi.
COMPLOTTO – A partire dal caso Maradona, che ha sconvolto tutto il mondo del calcio. E che per Balbo era orchestrato a tavolino. “Tutto quello che è successo con Diego è stato un complotto. L’Argentina dava fastidio e non potevano permettere che diventasse campione del mondo, soprattutto con Maradona come capitano, anche perchè era l’ultimo anno della presidenza di Havelange. Era tutto molto strano, Diego con noi è sempre stato molto sincero e stava facendo le cose per bene. Ma lo hanno cercato e se lo sono venuti a prendere, hanno messo su un teatrino. È l’unica volta nella storia che un’infermiera va a cercare un giocatore dentro il campo per fargli l’antidoping. Ma poi il tempo ci ha dato ragione, nella FIFA c’era qualcosa di abbastanza losco”.
RIMPIANTO – Anche senza Maradona, però, quell’Argentina poteva dire la sua. Peccato che ci si metta anche la sfortuna. Nel match contro la Bulgaria, il primo senza il numero 10, Caniggia deve chiedere il cambio per il troppo caldo di Dallas. E una volta che vengono a mancare i due elementi di spicco, l’Albiceleste si sfalda. “Dopo la positività all’antidoping abbiamo perso Diego, la partita successiva abbiamo perso anche Caniggia. Contro la Romania ci siamo mangiati milioni di gol, ma la squadra non era la stessa, il gruppo era diventato debole. Io ero convinto che saremmo diventati campioni del mondo, quel Mondiale è la più grande delusione della mia carriera”. E anche a distanza di tempo, il rimpianto non svanisce…