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Borini: “Al Milan venivo sfruttato come operaio, ma sono anche altro”

Fabio Borini si è presentato in conferenza stampa allo Sporting Center ‘Paradiso’ di Peschiera. Queste le dichiarazioni del nuovo acquisto gialloblù:

“Continuo a pensare che la mia sia stata una scelta coraggiosa, ma non individualmente. So quello che posso dare a questa squadra, quindi è coraggiosa fino a un certo punto. Da come mi ha descritto il mister le mie caratteristiche sono perfette per la squadra. L’impatto è stato emozionante e positivo, sognavo di fare un esordio così. Aprire un ciclo? Non c’è tempo per riflettere, dobbiamo pensare di partita in partita. Il contratto di sei mesi è stimolante per me e per la società, è una dimostrazione che non me ne sto con le mani in mano”.

“Verona un po’ all’inglese? Sì, c’è molto di inglese. Il mister mi ha descritto questa cosa prima di venire qua, il gioco è intenso in entrambe le fasi. Non si aspetta la partita, nemmeno in vantaggio. È una mentalità idonea a quello che sono io e ti fa divertire”.

Sul ruolo preferito: “C’è disponibilità da parte mia a giocare in diversi ruoli, al Milan ho fatto sette posizioni su undici con la stessa mentalità. Le mie caratteristiche erano così al Milan e sono così a Verona, voglio vincere ogni partita. Il gol a Bologna è stato bello, ma ho preso la palla perché volevo vincere la partita”.

“La trattativa? C’erano molte squadre, con il mio agente avevo deciso di prediligere l’aspetto tattico. Sentivo bisogno di tornare a fare quello che so fare meglio, ossia giocare da attaccante e aiutare la squadra. Al Milan venivo sfruttato come operaio, ma sono anche altro”.

Sull’avere i novanta minuti nelle gambe: “Mi sono sempre allenato al massimo per quelle che sono le mie possibilità fisiche, vado sempre forte pur non giocando. Immaginavo di giocare la partita di domenica e mi sono preparato di conseguenza. Lecce? Giocherei anche con una gamba rotta”.

“Juric? Il mister mi è sembrato bravo e diretto nel trasmettere i suoi concetti. Non racconta il calcio, vive di calcio. Io sono simile, vivo delle emozioni che mi dà il campo, per questo ho scelto di venire qua con questo allenatore. Mi ha colpito anche la disponibilità di tutti i giocatori, che giochi poco o tanto. Quando hai un obiettivo da raggiungere il mister deve essere bravo ad avere la disponibilità di tutti”.

Sulla partita d’andata: “Ti racconto un aneddoto: la mattina dopo è nata mia figlia. Forse era un segnale umano. La felicità di mia figlia è nata qua a Verona”.


Fonte: http://www.gazzetta.it/rss/serie-a.xml


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