Gaetano Castrovilli ha rilasciato un’intervista esclusiva al “Pentasport” di Radio Bruno, questi i temi toccati nella chiacchierata col talento viola.
Riprendere dopo due mesi?
Non abbiamo passato un periodo facile, ora che sono tornato finalmente a toccare il pallone va molto meglio. Erano 60 giorni che non ci allenavamo insieme, anche se non ho mai smesso di seguire il programma di allenamenti che ci dava il prof. Però era impossibile fare lo stesso carico di lavoro che in campo. Il calcio e il pallone sono la mia vita, difficile starne senza.
Indossare la 10?
Ogni volta che sento questo accostamento mi emoziono, conosco la storia di questa maglia e spero di onorarla al meglio. Se sono pronto? Penso, anzi: sono convinto di esserlo. Un modello? Per stile di gioco Kakà, come idolo in campo sicuramente Ronaldinho. Mi ispiro ad un modello di 10 mezz’ala, faccio ancora tesoro dei consigli che mi diede Croce a Cremona.
Le parole di Cassano?
Mi hanno meravigliato, lo ringrazio. Ricevere queste complimenti da lui, essendo anche Barese come me fa sicuramente piacere ed è una responsabilità. Amrabat? Purtroppo non ci ho mai giocato contro, ma nei suoi occhi leggo una grande fame. Non vedo l’ora di conoscerlo. Sono pronto a tutto, l’importante è che ci siano le giuste precauzioni. Non voglio giocare con paranoie e timori, ma con il consueto sorriso sulle labbra. Il pericolo infortuni c’è, ma spero che la preparazione specifica che stiamo già facendo riesca nell’obiettivo di prevenirli.
Più difficile confermarsi che stupire?
Sono una persona orgogliosa, non sono mai pienamente soddisfatto di ciò che faccio. La perfezione non esiste, ma ambisco ad arrivarci vicino. Paura per i miei compagni? Sì, è stato difficile sapere che persone che condividono molto della giornata con me fossero malate, ho cercato di stare loro vicino.
La prima cosa fatta dopo la quarantena?
Sono rispettoso delle regole, come tutti gli italiani. Sono stato a trovare il padre della mia ragazza che non vedevamo da due mesi. Sicuramente è un mondo diverso, fa impressione vedere la gente in strada con le mascherine. Non sono riuscito ancora a rivedere i miei genitori, spero di farlo presto.
Il CT Mancini?
Sì, ci siamo sentiti anche con gli altri compagni per cercare di definire un programma di avvicinamento all’Europeo. Tengo molto alla Nazionale, per me è un vero e proprio sogno.
Ribéry?
È un mago, sono molto felice che sia con noi. Ci è mancato tanto, nessuno può dire il contrario. Franck è un maestro ed è umilissimo, sempre pronto ad aiutarci con i suoi consigli. Averlo come amico è un privilegio, così come giocare al suo fianco. Spesso in allenamento ci sfidiamo nell’uno vs uno.
In cosa posso migliorare?
La mia vita è cambiata rispetto a solo un anno fa, non me lo sarei mai aspettato. Solo vivendo pienamente il presente penso ci si possa godere cosa ci riserva il futuro. Questo periodo mi ha fatto riflettere e crescere tanto, spero sia stato così per tutti. Un errore che faccio spesso è non riuscire a cogliere il positivo dalle sconfitte, da quel punto di vista devo maturare: capire che soprattutto quelle fanno crescere.