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Ceccherini: “A Firenze giocavo poco, ero già vicino al Verona a gennaio”

Federico Ceccherini si presenta alla stampa. Queste le parole del nuovo difensore dell’Hellas Verona.

“Potevo arrivare prima all’Hellas? Già da due-tre settimane c’era l’accordo. Poi a Firenze c’è stato l’infortunio di Pezzella, e per questo motivo sono rimasto alla Fiorentina più del previsto. Perché ho scelto Verona? In verità l’avevo già scelta lo scorso gennaio, quando sono stato molto vicino a vestire la maglia gialloblu. Sia il Direttore Sportivo Tony D’Amico che mister Juric mi hanno cercato e fortemente voluto, ed eccomi qui.

Il mio ruolo? Durante la mia carriera ho sempre giocato a destra o a sinistra. L’anno scorso ho disputato qualche partita anche da centrale. Posso comunque giocare in tutte e tre le posizioni, ma preferisco centrale destro o sinistro. In difesa ci sarà tanto da lavorare come reparto: siamo quasi tutti ‘nuovi’ e proveniamo da squadre diverse. Il primo approccio col mister? E’ una persona schietta e diretta, come piace a me. Ho sempre cercato di circondarmi di persone che ti rispettano e ti dicono le cose in faccia. E lui è una di queste. Chi mi ha parlato bene di Verona? Amrabat, nei pochi giorni in cui siamo stati insieme in maglia viola: mi ha parlato benissimo della’ piazza’, dei tifosi e di Juric. Col mister si lavora molto duro, ma i miei nuovi compagni di squadra mi hanno garantito che poi ne apprezzerò i benefici, soprattutto in partita.

Se Verona – Genoa si giocherà? Noi pensiamo solo ad allenarci, pensando che la partita si disputerà.

I miei nuovi compagni? Conoscevo Benassi da Firenze e Empereur da Livorno. Con Faraoni ho avuto la fortuna di giocare insieme a Crotone. Ricordo ancora il gol che ci ha segnato l’anno scorso in mezza rovesciata su assist di Amrabat. Ho sempre mantenuto i contatti con Faraoni: con lui ho costruito un bellissimo rapporto ai tempi del Crotone. L’anno scorso ha fatto un bellissimo campionato e sono davvero molto contento di averlo ritrovato. Mi ha dato subito tantissimi consigli per darmi modo di ambientarmi il più velocemente possibile.

Se sono un giocatore esperto? Alla Fiorentina ho giocato poco, non tanto per demeriti miei, quanto per meriti degli altri difensori in squadra. Nonostante avessi tre giocatori molto forti davanti a me nelle gerarchie, sono comunque riuscito a fare 18 presenze il primo anno e quasi 20 il secondo.

Per me venire qui è una grande occasione per rilanciarmi. Sono arrivato con una grande voglia di dare il massimo per la squadra e per i miei nuovi compagni.

I tifosi? Mancano, indubbiamente. Il modo per caricarti prima di una partita si trova lo stesso, ma l’adrenalina che un calciatore sente quando gli spalti sono gremiti è completamente diversa, specialmente perché la tifoseria è quella che ti spinge nei momenti più difficili della partita. In questa situazione dobbiamo cercare gli stimoli dentro noi stessi e con i compagni di squadra.

Kalinic? Ho avuto la fortuna di stare qualche giorno con lui in hotel. Non l’avevo mai conosciuto prima e mi sembra un bravissimo ragazzo. Ha voglia di segnare e di essere protagonista. Darà una grandissima mano alla squadra.

Perché ho scelto il 17 come numero di maglia? Perché è un numero che mi ha accompagnato quasi sempre e che ho cambiato solo due volte. Me l’ha fatto scegliere mio nonno, al primo anno da professionista e da quel momento in poi l’ho sempre scelto quando era libero.

Verona città? Per adesso ho fatto solo un giretto in centro, dove sto cercando casa. Avrò certamente modo di visitarla meglio”.

Fonte: hellasverona.it


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