MILANO – Antonio Conte e l’Inter sono un po’ più vicini. Questo però non vuol dire che la ferita apertasi dopo Bergamo sia del tutto rimarginata: l’allenatore – una volta conclusa la campagna europea – farà precise richieste alla società, sul mercato e sull’organizzazione che deve darsi il club per essere pienamente in sintonia con lui. Molte cose non sono state gradite nell’ultima stagione e lo sfogo di Bergamo è stato frutto di pensieri sedimentati nei mesi. Le vittorie però, nel calcio come nella vita, sono un’ottima medicina. A queste si è unito il ritorno di Steven Zhang, uno dei motivi di malessere da parte dell’allenatore che, come alla Juve, vuole avere un filo più possibile diretto con la proprietà (cosa impossibile al Chelsea, da qui gli attriti con Marina Granovskaia). Agli atti restano pure le parole pronunciate da Conte dopo la vittoria sullo Shakhtar: «In quel momento sentivo delle cose e le ho dette, poi quello che dico è sempre a livello costruttivo. È chiaro che i media cerchino di enfatizzare certe situazioni per mettere carne al fuoco (difficile fare altrimenti, considerata la portata di quelle parole, ndr), ma so che bisogna passare da alcuni step per essere protagonisti. Non sono una persona “politica”, guardo molto al sodo. A volte capita che dico quello che penso, ma sempre in maniera costruttiva e senza voler offendere nessuno». Frasi che non rappresentano una retromarcia, ma servono per smussare gli angoli più sgraditi da Suning, ovvero le accuse (“Società debole”) che hanno fatto irritare papà Jindong a Nanchino. A fare da pompiere, dopo l’iniziale irritazione, Beppe Marotta che ha derubricato i fatti come «dinamiche tipiche di un gruppo sportivo. Assolutamente ormai è tutto dimenticato – ha assicurato l’amministratore delegato prima del match con gli ucraino-brasiliani – il presidente e la sua presenza è importante anche in termini di stimoli nuovi perché siamo ad un passo da quello che sarebbe un giusto traguardo». Una volta passato, quel traguardo, andrà messo un punto alla situazione, nella consapevolezza che la candidatura di Massimiliano Allegri rimane sempre quella più autorevole in caso di ribaltone.
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