Il cervello olandese dell’Atalanta: “Adesso conta la salute e i veri eroi sono i medici. Sarebbe bello concludere una stagione che ci vede grandi protagonisti”
Un giocattolo che cade, il pianto leggero della piccola Bo (nata il 19 febbraio 2019), i libri di scuola che Evie e Linn-Sophie, le figlie più grandi, studiano. Poi le faccende domestiche da dividere con la moglie Ricarda e una cyclette da scaldare. Durante la telefonata, ascoltando il sottofondo, immaginiamo così la quarantena di Marten de Roon. Mai come in questo periodo “beato tra le donne”. E per uno che in campo va sempre a mille all’ora, diventa naturale skippare sulle scale, facendo up&down dal settimo piano per non perdere il ritmo. Messa così, sembra tutto piacevole. Invece, per chi ha deciso di legare definitivamente la propria carriera a Bergamo, questo confronto diventa una triste occasione per capirne di più. L’emergenza Covid-19 è grave, scontato che il calcio venga dopo: “La felicità non è scontata, tutto può cambiare in un istante: dobbiamo goderci ogni secondo della vita”.