MADRID – dice di non essere quel tipo di persona che porta rancore, ma quando ha l’occasione di togliersi qualche sassolino dalla scarpa non ci pensa su due volte. L’attaccante brasiliano, poi naturalizzato spagnolo, ha sottolineato questo lato del suo carattere nel corso della sua intervista rilasciata a ESPN Brasil. In particolare, il centravanti dell’Atletico Madrid, ha fatto questa premessa prima di rispondere a una domanda su , un tecnico con il quale ha avuto più di qualche problema nel corso della sua esperienza al Chelsea: “Lui e io abbiamo avuto problemi fuori dal campo, ma è davvero un buon allenatore. Non porto rancore, ma per essere davvero importante nel suo ruolo deve cambiare qualcosa dal punto di vista umano, nel suo modo di allenarsi. È un tipo sospettoso. Penso che in un club come il Real Madrid non durerebbe una stagione“.
Diego Costa, da Conte al “tradimento” del Brasile
Dopo aver parlato dell’attuale allenatore dell’Inter, Diego Costa ha affrontantato anche il tema del suo “tradimento” nazionale, quando scelse di vestire la maglia della Spagna dopo aver indossato quella della Seleçao: “Quando venni convocato da Scolari, non mi conosceva nessuno. Lui mi disse: ‘Tu sei l’unico giocatore di Jorge Mendes’. Allora mi feci qualche domanda. Se ero lì per degli affari, significava che fossi nel posto sbagliato. Così quando è arrivata la chiamata della Spagna ho accettato. Come potevo dire di no? E a quel punto tutti in Brasile hanno cominciato a scrivere che in realtà Scolari mi voleva, che avevo voltato le spalle a milioni di brasiliani. Ma come potrei farlo? Perché non dite la verità? Cioè che non mi chiamò nessuno“. Nella stessa intervista un’altra parte interessante riguarda il primo incontro con Ronaldo, il “Fenomeno”: “Avevo già visto Messi e Cristiano Ronaldo, ma la prima volta che ho incontrato Ronaldo ho provato qualcosa di diverso. Mi sono reso conto che provavo ammirazione, passione per lui. Era speciale vederlo dal vivo“.