TORINO – Appuntamento a marzo, appuntamento con il (quasi coaetano) presidente Andrea Agnelli. In quel giorno Gigi Buffon racconterà i suoi piani per il futuro e, se non cambierà nulla rispetto a oggi, saranno quelli legati a un rinnovo del contratto. Ancora una stagione con la Juventus, come se la carta d’identità non riportasse i 42 anni compiuti il 28 gennaio. Ma le prove fornite quando chiamato causa raccontano – salvo rare eccezioni (vedi alla voce Sassuolo) – di un Buffon ancora estremamente affidabile. L’ultimo esempio giovedì sera a San Siro, nella semifinale di andata di Coppa Italia contro il Milan, quando ha sfoderato una serie di interventi decisivi: formidabili quelli su Calabria e Rebic. Prestazioni che hanno messo a tacere le illazioni estive, quando si stava concretizzando il ritorno alla casa madre dopo una sola stagione (vincente) al Paris Saint Germain. Dicevano che tornava per battere il record di Paolo Maldini in Serie A, come dicevano che non avrebbe smesso fino a quando non avrebbe azzerato la personale ossessione per la Champions League. Tutto vero, ci può stare nelle normali ambizioni di uno sportivo: così Buffon, la sera della partita contro la Sampdoria, ha raggiunto le 647 presenze come lo storico capitano del Milan e si appresta a batterlo; così la Juventus è ampiamente un corsa verso il trofeo che è ossessione non del solo portiere.