TORINO – Undici giocatori (Behrami, Cassata, Lerager, Marchetti, Melegoni, Luca Pellegrini, Perin, Pjaca, Radovanovic, Schoene, Zappacosta) e quattro membri dello staff (Cistaro, Donato, Gatto, Perasso): la positività dei quindici rossoblù al tampone anti Covid impone il rinvio di Genoa-Torino che la Lega, dopo i patemi di ieri, dovrà ufficializzare oggi. Per contro, la negatività di tutti i giocatori del Napoli, in attesa dei nuovi controlli, apre la strada al regolare svolgimento della supersfida con la Juve. Il calcio sa che cosa fare, alla faccia degli allarmisti in servizio un tanto al chilo. Alcuni politici, invece, dovrebbero piantarla di invadere il campo, rimediando figure barbine e, udite udite, anche le bacchettate degli alleati di governo. Ieri mattina, un’autorevole rappresentante di governo, Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute, intervistata da Radio Capital, dichiara: «Quando c’è un numero di positivi così alto, non si può che fermare il campionato. I positivi non sono in grado di giocare e possono contagiare altre persone. Il protocollo è stato sottoscritto anche dalla Federazione calcio». Poi interviene il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, che fa la prima cosa giusta dopo troppe sbagliate e taglia corto: «Non ci sono le condizioni per fermare il campionato di calcio», definendo «avventate» le parole della sottosegretaria. La quale, pubblicamente, rettifica: «Nella mia intervista ho detto che, in base al protocollo sottoscritto dalla Figc, i giocatori positivi al Covid-19 non possono giocare fino a quando non risulteranno negativi al tampone. Questo non significa che la A vada sospesa. Saranno la Figc e le società a decidere sui destini del massimo campionato». Ecco. Così va bene.
Cornavirus Genoa, 15 positivi: anche Pjaca e Pellegrini. La Lega decide oggi
Zampa: “La Serie A va fermata”. Poi si corregge: “Deciderà la Federazione”