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Gosens e quel “no” del Borussia: “Dissero che mi avrebbero richiamato, poi…”

Una stella del calcio italiano. Questo è al momento attuale Robin Gosens, 25 anni, da Emmerich am Rhein, Germania. L’esterno dell’Atalanta è uno dei punti chiave della squadra di Gasperini e sta regalando alla Dea prestazioni importanti, che presto potrebbero valergli anche la nazionale. Non è dunque un caso se le big d’Europa lo cercano con insistenza. Qualche giorno fa si è parlato di un’offerta del Chelsea nell’ordine dei 30 milioni di euro. Offerta rispedita al mittente. Anche perchè, se proprio dovesse lasciare Bergamo, il tedesco sa già bene dove vorrebbe andare a giocare. In Germania, nel “suo” Schalke 04, come ha spiegato di recente.

PROVINO – Ma ora, intervistato durante il Podcast Sky90, Gosens ha raccontato di come qualche anno fa poteva andare a finire nella squadra rivale. Il Borussia Dortmund, da sempre acerrimo nemico dei “minatori” di Gelsenkirchen. Con cui, ai tempi in cui militava nel VfL Rhede ha fatto un provino, che però non ha convinto il club giallonero. “Com’è andato? Per niente bene, anzi, malissimo”, spiega il tedesco ridendo. “Ci sono andato senza aspettative, ovviamente. E ho provato a giocare in profondità, ma poi sono arrivati i coordinatori del provino, gente che non avevo mai visto”. E anche un tipo di allenamento mai provato prima.

“CI FAREMO SENTIRE” – Quando a Gosens chiedono di prendere parte a un 11 contro 11 tattico, il giovane laterale rimane infatti abbastanza perplesso, non sapendo di cosa si tratti. Risultato, un provino al di sotto delle sue possibilità “Dopo la partitella, il coordinatore delle giovanili è venuto da me e mi ha detto: ‘Ci faremo sentire noi’. E ovviamente le mie possibilità sono finite lì”. Per la fortuna dell’Atalanta, che se lo è andato a scovare in Olanda, dove Gosens si è trasferito dopo il provino fallito con il Borussia Dortmund. Chissà, se fosse finito nelle giovanili dei gialloneri non avrebbe mai avuto modo di approdare a Bergamo. E visti i risultati con la maglia della Dea, meglio così.


Fonte: http://www.gazzetta.it/rss/serie-a.xml


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