Samir ha rilasciato una lunga intervista a Il Calciatore, il mensile redatto dall’Asso Calciatori. Dagli esordi fino al suo futuro, sono tanti i temi trattati dal portiere nerazzurro. “All’inizio non giocavo in porta, stavo fuori, lo stesso quando si giocava calcio a cinque e non facevo comunque solo calcio, anche basket e pallavolo. E’ stato più avanti, sugli 11-12 anni, che sono andato in porta ed è stata quella una scelta mia e l’ho fatta vedendo mio cugino Jasmin Handanovic, più grande di me di 6 anni“.
PAGELLE – “Le pagelle in genere non le guardo, anche se in determinate circostanze ho chi mi segnala ciò che merita di essere letto con attenzione“.
LE TELECAMERE – “Troverei triste che l’atteggiamento dei calciatori sia migliora solo dal fatto di avere le telecamere puntate su di noi. Abbiamo il privilegio di essere professionisti in quello che prima di tutto è uno sport, un ambito con dei valori morali alti, ben chiari e trasversali in tutte le discipline. Dico pure che non possiamo non dimenticare la responsabilità di avere milioni di occhi a guardarci, soprattutto sapendo che molti di questi appartengono a dei bambini“.
IL RISULTATO PRIMA DI TUTTO – “Sì, assolutamente. Il divertimento per me è quando giochi bene e vinci, ma va bene anche senza giocare bene. Vale in partita ma anche in allenamento perché è lì che costruisci tutto, forma mentalità, attitudine, affiatamento. La partita e il 20-30% del tempo che viviamo nel calcio, nella partita c’è solo il raccolto di una lunga semina“.
RAZZISMO – “Il razzismo nasce dall’ignoranza. E’ una battaglia da combattere prima di tutto a monte: noi siamo a valle e possiamo solo condannarlo, ma è una battaglia diversa. Per la violenza sugli spalti penso che basterebbe vedere come hanno risolto il problema in altre realtà: faccio molta fatica a trovare un senso quando vedo o leggo di certi episodi“.
VIZIATI – “C’è da dire che la gente vede quel che vuole vedere, volendo ce ne sono tantissimi di esempi positivi. Penso a quelli che ora sono ricordati come idoli: Maldini, Zanetti, Peruzzi. Si pensi a questo tipo di giocatori, come puoi far riferimento a ‘viziati’? Bastava l’esempio per mostrare quello che erano“.
FUTURO – “E’ presto, per ora l’unico dopo a cui penso è la prossima partita“.
PARTITE DA RIGIOCARE – “Una partita che vorrei rigiocare? A dire la verità tutte quelle perse, ma se devo indicarne qualcuno penso ad Arsenal-Udinese e poi a quella recente contro il Borussia Dortmund. Quella con l’Arsenal perché era la squadra era dimezzata dagli infortuni. Non eravamo al completo e perdemmo 1-0 e 2-1. Quella col Borussia per quel risultato finale che non era certo quello che volevamo. Di gol ne ho presi tanti, ognuno mi resta qua ma non voglio dirne uno in particolare perché ci voglio ripensare. Sono contento solo quando non subisco gol“.
STADI – “Sono quelli caldi, con la gente addosso: Marassi, Meazza, Celtic Park, lo stadio del Bvb. Tra quelli dove non sono mai stato, mi piacerebbe Liverpool, per quella tifoseria soprattutto a quella atmosfera a cui tutti fanno riferimento“.