Vigilia di campionato per l’Hellas Verona, che domani affronterà il Genoa al Bentegodi nel posticipo del quarto turno di Serie A. Ivan Juric, mister dei veronesi, ha presentato l’impegno parlando in conferenza stampa.
Verona-Genoa: parla Juric
Ivan Juric Getty Images)
Sulla squadra e le condizioni del gruppo, Juric ha commentato: “Con quelli che sono rimasti abbiamo lavorato bene, migliorando la condizione e alcuni aspetti tattici. Ma siamo un po’ al limite con Empereur, che dovrebbe esserci esattamente come Lovato. Poi mancheranno i soliti. Il primo allenamento tutti insieme l’abbiamo fatto solo ieri”.
Poi, qualche precisazione molto importante e con toni non certo troppo amichevoli: “Noi rinforzati sul mercato? Quello che percepisco è che ci sia questa sensazoione ma non è vero: una squadra si rafforza quando non vendi nessuno e metti tre o quattro giocatori. Siamo gli unici in Italia ad aver venduto quasi tutti. In ogni caso questo non significa che non sia soddisfatto”.
E ancora: “Se ad esempio pensiamo che Cetin possa essere come Kumbulla dopo due settimane siamo sulla strada sbagliata. I miei giocatori hanno bisogno di serenità, non si deve pretendere troppo subito, come l’anno scorso. La scorsa stagione è un esempio non ripetibile: ci sono state delle plusvalenze allucinanti. Dal mio punto di vista potevamo fare di più, avremmo potuto fare la storia di questa società. Ma io sono stracontento, credo che D’Amico abbia fatto un lavoro giusto”. E sull’arrivo di Kalinic, definito dalla dirigenza una pazzia: “Siamo andati su di lui gli ultimi due o tre giorni, gli attaccanti che cercavamo non sono arrivati: per noi è stata una grande occasione, non una pazzia. Devo ringraziare il d.s. dell’Atletico. Se torna quello dei tempi di Firenze avremo un grande giocatore, quando sta bene penso sia un giocatore di alto livello”.
Sul Genoa di Maran: “Ha dimostrato un buonissimo livello, ha avuto difficoltà in questo periodo, ma è un allenatore molto preparato e serio”.
Sul coronavirus: “Faccio l’allenatore e basta. Non voglio dire niente: sono un tecnico, non mi sento in grado di dare dei consigli. Non voglio andare oltre”. “La situazione la conosciamo: si fanno tamponi ogni due giorni, ormai mi sono abituato. Il caso Gunter? Siamo abbastanza isolati, possiamo dire che in un certo senso siamo dei privilegiati. Mi sono spaventato molto con Gunter, pensavo si potessero contagiare altri giocatori ma finora è andata bene. È stato bravo a dire subito di aver cenato con un giocatore, in questo modo siamo potuti intervenire”.