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Il calcio italiano scelga il silenzio

Ci sono uomini, donne, anziani e giovani che faticano a respirare. Giacciono nei letti, nelle loro case, nelle stanze di ospedali, alveari di esistenze disperate. Agli uomini del calcio italiano, tutto questo non serve, non bastano le immagini tragiche che provengono da ogni dove del Paese. Invece discutono di calendari e di allenamenti, si stuzzicano su argomenti minori, difendono il proprio giardino fregandosene di quello che sta accadendo nel parco Italia. Riescono a dividersi in un momento cosi? acre, si spaccano come in un’assemblea condominiale o forse e? questa l’esatta dimensioni dei loro convegni, adunate di voci ignoranti e presuntuose. Manca un capo, e? assente una figura autorevole e capace di imporre norme, regolamenti e leggi, dopo aver ascoltato le parti ovviamente.

Winston Churchill, tanto caro al primo ministro nostrano, sosteneva che la migliore forma di governo e? la democrazia, perche? si decide in due, l’importante, pero?, e? che uno dei due sia ammalato. Non abbiamo Churchill, nemmeno De Gasperi o Andreotti, il calcio naviga a vista tra nostromi, comuni di seconda classe e serpanti (in marina sono gli addetti alla pulizia dei servizi igienici). Non c’e? traccia di comandante, forse Schettino sarebbe il simbolo migliore. Il presidente federale e? disposto a giocare anche ad agosto, quelli della serie A la pensano a gruppi opposti, la B vuole la cancellazione, il circo procede nell’incertezza generale, trascurando il bene primario, la salute, la garanzia di sicurezza per tutti, calciatori, allenatori, massaggiatori, magazzinieri, medici, senza dimenticare il popolo degli spettatori che viene puntualmente trascurato o penalizzato con le “porte chiuse”.

Ma e? chiaro che in un caso o nell’altro si avra? da dire: se il campionato verra? sospeso definitivamente, si scrivera? che e? stato ingiusto e che si e? tolta la possibilita? a Lazio o Inter, come per le ultime in classifica, di battersi regolarmente. Se il campionato verra? ripreso, si scrivera? che non e? stato un torneo regolare, che la sosta ha condizionato alcune squadre e favorito altre. In Inghilterra si e? formato un gruppetto contro il Manchester City che non dovra? mettere piede in Champions League. Non e? spirito di giustizia ma volo di condor e passi di jena. Tutto il mondo e? paese? Bene, almeno nel nostro Paese, i dirigenti del calcio, davanti al virus maligno e al bollettino quotidiano della protezione civile, dovrebbero osservare non un minuto ma un mese di silenzio.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


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