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“Il gol più bello del Toro? Quando Quagliarella decise il derby…”

Cosa narra il Decameron? Narra di un gruppo di giovani che per dieci giorni si trattengono fuori da Firenze per sfuggire alla peste nera che in quel periodo imperversava nella città, e che a turno si raccontano delle novelle di varie tematiche. Sull’idea di Giovanni Boccaccio vorremmo strutturare qualcosa di simile insieme a voi. Il Decreto #iorestoacasa ci costringerà giustamente a rimanere nelle nostre abitazioni fino al 3 aprile. E allora perché non sforzarci con la memoria e provare a ricostruire alcuni nostri frammenti di vita rigorosamente granata. Momenti che giacciono nella nostra testa, ma potrebbero tenere compagnia e regalare emozioni ad altri “colleghi di fede”. Come Toro News, vorremmo creare un casolare virtuale granata, sull’esempio di Boccaccio, così come le storie che vorremmo che voi condivideste con noi e con tutti gli altri “fratelli” del Torino. Un modo per tenerci impegnati e per liberarci per qualche momento dei cattivi pensieri. Continuiamo dunque con la quarantesima giornata di novelle.

MANDA LA TUA NOVELLA GRANATA A redazione@toronews. net

Il gol che ho deciso di raccontare al Decameron di Toro News non è forse il più bello tecnicamente che abbia mai visto, ma è sicuramente quello che mi ha dato più emozioni. Era il 26 aprile 2015 e all’Olimpico Grande Torino si giocava il 140° derby della Mole. Immagino abbiate già capito a quale gol mi riferisco…

Discesa centrale di El Kaddouri, palla di esterno sinistro all’accorrente Darmian che la dà in mezzo per Faaaaaabiooooo Quagliarellaaaaaa. Lì per lì, dalla gioia incontenibile dell’esultanza in curva con gli amici di sempre, non mi sono neanche chiesto se avesse esultato o meno per quel gol che si è rivelato poi decisivo per far tornare a tingere Torino di granata dopo vent’anni. Il gol più facile da realizzare, certamente tecnicamente non all’altezza delle magie che hanno narrato i miei fratelli granata negli scorsi giorni. Ma sicuramente è il gol che di più in assoluto mi ha dato gioia nell’ultimo periodo.

Sandro Donatelli


Li, proprio li, su quel maledetto muro dietro la Basilica di Superga che comincia la mia fede calcistica. Avevo 8 anni, in quella Torino che visitavo spesso per la presenza dei miei cari zii e cugini. Bastò una visita, quasi casuale, con il tifosissimo “gobbo” zio Antonio che fu costretto dalla mia insistente curiosità a spiegarmi tutto. Fu in quel momento che il Cuore Granata iniziò a battere. Fu in quel preciso momento che la sorte diede in dote ad un bambino del lontano Abruzzo di essere innamorato di una squadra come il Torino.
Un altro episodio, meno importante ma sempre con l’incolpevole zio “gobbo” Antonio protagonista suo malgrado, cementificò la passione granata: passeggiata domenicale su corso IV Novembre e casuale passata davanti lo stadio comunale dove stavano giocando Torino – Lazio…. forzai zio, con l’esuberanza dei miei 10 anni (era il 17 dicembre 1978), pretendendo di entrare pur se a partita iniziata. Non ero mai entrato in uno stadio, di serie A peraltro. Con bonaria fatica accettò, lui il tifoso “gobbo”, e finimmo dritti nella bolgia confusa della curva Maratona. Il Toro vinceva per 2 a 1 e il fascino di quel momento e di quei colori mi rapì per sempre, con i minuti finali della partita che mi diedero l’inconsapevole certezza che quel mio Amore non sarebbe mai stato angustiato dalla monotonia…. finì 2 a 2!
Ricordo nitidamente mentre uscivamo dallo stadio. Continuavo a pensare non tanto alla partita e allo splendido spettacolo della tifoseria granata, ma a qualche anno prima su a Superga e tutta quella magnifica e tremenda storia che mi fu raccontata: gli scudetti consecutivi, i 10/11 granata della nazionale, gli Invincibili, il grande Valentino Mazzola, il “quarto d’ora granata”, l’ammirazione del mondo intero. Il mio Cuore Granata nacque li, inconsapevolmente e graniticamente. E come ha gia detto il bravo Federico Buffa, angustiato negli anni a venire da tutte le possibili condizioni dell’anima. Ed è per questo che ogni 4 maggio mi emoziono ricordandomi bambino e ringraziando quegli Uomini Invincibili, questa maglia Granata e questa magnifica Storia.
Luigi Felicioni

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Fonte: http://www.gazzetta.it/rss/serie-a.xml


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