Intervenuto in diretta sulla pagina Instagram di Luiss Sport, Roberto Gagliardini si è intrattenuto per diversi minuti rispondendo ad alcune curiosità dei tifosi. Dall’avversario più forte alle emozioni di giocare ogni settimana con la maglia dell’Inter, passando per il percorso universitario intrapreso da qualche tempo che lo sta ponendo di fronte ad una sfida nuova, ma senz’altro stimolante. Ecco l’intervista realizzata al centrocampista nerazzurro:
CORONAVIRUS – “A parte tutto, devo dire che è stato un periodo abbastanza felice perché è nato mio figlio e me lo son goduto per due mesi, come mai avrei potuto. Stando quasi un mese e mezzo a casa me lo son goduto 24 ore al giorno, vederlo crescere è la gioia più belle. Nonostante giocassi poco, ho riacceso la Play Station, il resto l’ho impiegato con studio e allenamenti”.
VITA DA CALCIATORE – “E’ un lavoro, per me il più bello del mondo, che richiede tanto e ti dà tanto. E’ una cultura che ti fa crescere sin da piccolo, son sacrifici, ma ci vuole tanta fortuna e qualità per arrivare a questi livelli. E’ importante la determinazione, la concentrazione e la cultura del lavoro, la competizione a questi livelli è sempre altissimi”.
PARTITA MEMORABILE – “Quella che ricordo di più è quella di Champions di quest’anno con l’Inter, per me era la prima volta, c’era mio figlio allo stadio per la prima volta. Ma ho avuto tante partite che ricordo con piacere anche nelle esperienze passate. Emozioni a San Siro? Difficile da spiegarlo a parole, ricordo la mia prima partita, Inter-Chievo, è stata incredibile, un’emozione unica. Ogni volta che vedi quello stadio vedi un tempio del calcio e fa effetto. Poi col tempo fa sempre effetto, ma la concentrazione sulla partita passa in primo piano”.
CONCENTRAZIONE – “Ogni giocatore vive pressioni differenti che gestisce in base al proprio carattere. Io cerco di restare concentrato prima di ogni partita, ascolto un po’ di musica, ma niente in particolare. L’importante è il lavoro durante la settimana, se lo svolgi bene arrivi alla partita sicuro. Se sono scaramantico? Fondamentalmente no, la musica che ascolto è più un passatempo, ma niente di particolare. Prima degli esami? Ripasso fino al secondo prima di farlo. Tra tutte le materie mi piace di più matematica, che è andata bene e mi è piaciuta. Quello di ieri era di economia e gestione, non era particolarmente difficile ma non mi son piaciuto. L’ho preparato troppo in fretta e non me l’aspettavo così, anche vista la situazione di ora, non sono pratico a scrivere al computer e ho scritto la metà delle cose che dovevo scrivere. Esami difficili ne verranno sicuramente, ma fin qui sono sempre stato aiutato bene dai miei tutor”.
LAUREA – “Se penso di sfruttarla post-carriera? E’ una cosa che mi son chiesto anch’io. Ora come ora non penso molto al post-carriera visto che non sono neanche a metà percorso. Secondo me mi potrà aiutare, ma non so ancora cosa farò. Se non dovesse aiutarmi, son convinto che non mi potrà far altro che bene questo periodo di studio”.
AVVERSARI – “Quello più forte? E’ Messi sicuramente, che quest’anno ci ha fatto male. A chi mi sono ispirato? Non ho mai avuto un giocatore a cui mi ispiravo, mi piaceva molto Gerrard, ma mi piaceva vederlo. Non ho un idolo d’infanzia in particolare”.
ESAMI UNIVERSITARI – “Avendo finito un esame ieri mi prendo una breve pausa, da prossima settimana ci penso, ma questo weekend me lo tengo libero. Se sono più ansioso prima di un esame o di una partita? Sono cose diverse, dipende da come sono preparato in entrambi i casi. Se non ho studiato molto son più teso per l’esame, stessa cosa per una partita se ad esempio non mi sento benissimo fisicamente. Cosa mi auguro all’università? Sicuramente di passare gli esami e laurearmi. Fortunatamente me la posso prendere con calma, quindi in base all’intensità del periodo posso decidere se fare un esame o meno. Se farò anche la magistrale? Sinceramente non ci ho pensato, c’è tempo. Prima voglio raggiungere il primo step e capire come arriverò a livello psico-fisico, ma già la triennale sarebbe un ottimo traguardo. Sono felice di questo percorso, poi son testardo e lo devo raggiungere in ogni modo possibile”.
ESORDIO IN SERIE A – “L’ho fatto con l’Atalanta, il 15 maggio contro il Genoa. E’ una sensazione strana, ma ogni giocatore le partita le avverte in maniera diversa. La tensione è normale, fa parte di qualsiasi lavoro. Ma una volta entrato in campo, avendo preparato la partita in settimana, sono abbastanza tranquillo perché so cosa devo fare”.
SPOGLIATOIO – “E’ la parte più bella del calcio, ma anche di altri sport immagino. Si ride, si scherza, si litiga, succedono quelle cose che a distanza di anni si ricordano”.
NUMERO 5 – “A Bergamo avevo il 4, all’Inter ovviamente era stato ritirato per Zanetti. Ho scelto il 5 semplicemente perché era il primo numero disponibile tra quelli più bassi, ma senza alcun motivo particolare”.