Le le linee guida del calcio predicato da Andrea Pirlo poggiano su difesa alta e aggressiva, gioco collettivo ma che esalti le individualità, costruzione di una mentalità di stampo europeo (incluso il diktat secondo cui tengo palla quanto più posso e se la perdo, con ferocia cerco di riappropriarmene in stile Bayern da Champions), Juan Cuadrado sarà molto difficilmente escluso dall’undici titolare. E’ vero, dovrà rifiatare quando non ne avrà più, ma il colombiano resta un pilastro intoccabile della Juventus che sta nascendo. Non una novità straordinaria, in fondo, se l’esperto che corre ancora come un ragazzino – direste voi che ha 32 anni? – ha collezionato 182 presenze in bianconero, di cui 128 da titolare indiscusso.
Nell’undici che il Maestro sta provando a modellare a sua immagine e somiglianza è dunque naturale che un posto per l’ex Chelsea ci sia di sicuro. E non è una questione collegata a un mercato asfittico sul fronte dei terzini abili a coprire e spingere, visto che il dg Fabio Paratici non sta cercando un nuovo laterale a tutta fascia, a meno che non spuntino intriganti occasioni. Il fatto è che, davvero, di Cuadrado ce n’è solamente uno e il contratto di durata biennale blinda il giocatore dal rischio di eventuali paturnie, mai peraltro esistite su questi schermi. Il sudamericano ha caratteristiche uniche e nel progetto firmato Pirlo reciterà un ruolo sempre più preponderante. Lo si è visto anche domenica nel corso dell’amichevole giocata alla Continassa contro il Novara: partendo dall’amata mattonella posta sulla fascia destra nel cangiante 3-5-2 juventino, Cuadrado s’è sciroppato 66 minuti di corsa, assist (a Weston McKennie, tra gli altri), combinazioni nel breve (provando a imbeccare Cristiano Ronaldo), occasioni da gol (vedi il tiro da posizione defilata che ha impegnato il portiere Ivan Lanni), inneschi per la rete di un compagno (l’1-0 di CR7 nasce proprio dalle leve snodabili del colombiano). E riscontrando l’approvazione di Pirlo che con Cuadrado in campo ha messo alla prova la già nota difesa a quattro che passa a tre in fase di impostazione, mentre con l’uscita del colombiano l’allenatore ha tenuto il terzetto arretrato più sulle sue. La duttilità storicamente riconosciuta del Panita sarà sfruttata appieno nel corso di questa stagione.
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