TORINO – Le due stagioni al Santos, le quattro al Porto, le due al Real Madrid e le due al Manchester City, quattro club tra i più prestigiosi del calcio mondiale, e in aggiunta le 25 presenze nel Brasile, Nazionale che qualche pagina di storia del calcio l’ha scritta, rappresentavano un curriculum piuttosto indicativo. Nel calcio, però, e non solo, conta il presente. Quello pesa un allenatore al momento di fare le scelte, quello pesa lo spogliatoio – inteso ovviamente come giocatori che lo frequentano – nel generare i propri equilibri. E sono bastati pochi mesi di pesatura, allo spogliatoio bianconero e ai suoi senatori, per riconoscere Danilo come uno dei leader. Un’investitura pubblicamente riconosciuta anche da Maurizio Sarri poche settimane fa, alla vigilia del quarto di finale contro la Roma: «Danilo è affidabile, è uno che molto difficilmente sbaglia partita. E ha carattere e personalità, nello spogliatoio non è una figura secondaria, anzi. E’ uno importante».
Esperienza fresca
D’altra parte, il curriculum citato prima non lo si mette assieme senza personalità. E al tempo stesso, proprio quel curriculum contribuisce ad accrescerla, la personalità, assieme al carattere, all’esperienza e alla capacità di rapportarsi con i compagni. Non a caso nel Brasile il ventottenne terzino bianconero è uno dei giocatori più ascoltati da Neymar, uno di quelli deputati ad ammortizzarne, smussarne e gestirne certe esuberanze caratteriali. Ed è ascoltato, come si diceva, anche nello spogliatoio bianconero, dove ha provveduto a mettere in guardia i compagni in vista della trasferta di mercoledì a Lione per gli ottavi di Champions, fin dal momento del sorteggio. Il brasiliano ha ricordi freschi del Parc Olympique. Poco più di un anno fa, il 27 novembre 2018, non giocò ma assistette dalla panchina alla doppietta con cui l’attaccante Maxwell Cornet costrinse il Manchester City a inseguire per due volte, strappando infine un 2-2 grazie al gol all’83’ di Aguero. Cornet sarà in campo anche mercoledì sera e con lui, ha avvisato l’ex citizen, una squadra che pur priva di elementi importanti (Depay su tutti), esprime grande forza fisica e dinamismo, spinta ad alzare il ritmo da uno stadio caldisimo. Nulla che debba spaventare la Juventus, a patto che la Juventus non prenda l’impegno alla leggera, indotta in tentazione dalla propria superiorità: effettiva e indiscutibile, ma da dimostrare sul campo.