Gli scenari cambiano in fretta. Perché se già raramente la vita è raramente un lungo fiume tranquillo, non lo è mai durante le tempeste come quella che stiamo attraversando. Il calcio di alto livello, poi, amplifica ancor di più qualsiasi tipo di tensione lo sfiori e, così, si assiste spesso al ribaltamento di situazioni che sembravano consolidate e inalterabili. Prendete Juventus e Inter, per esempio: due settimane erano su fronti opposti riguardo alla decisione di giocare la partita a porte chiuse (anche se, in realtà, a Torino hanno fatto molto meno chiasso dal punta di vista mediatico) e ora, a pochi giorni di distanza, si ritrovano invece sulla stessa barricata a difendere un principio: dilazionare la data di ripresa degli allenamenti. Sull’altro fronte, quello di chi invece è deciso a ripartire lunedì, sono schierate la Lazio, il Napoli e, seppur con meno determinazione, il Cagliari. Con Udinese, Bologna e Lecce che hanno già ammorbidito la loro posizione. […]
Per la verità l’associazione dei medici sportivi ha già esposto il proprio parere: si deve ripartire non prima del 3 aprile, come da decreto del Governo. E lo stesso ha fatto la Libera associazione medici italiani del calcio (Lamica), guidata dall’ex medico della Nazionale, Enrico Castellacci: “La Lamica esprime tutto il proprio dissenso sull’idea di alcuni club calcistici di iniziare gli allenamenti precocemente addirittura prima del 3 aprile. Pensiamo ci voglia uniformità, la data per iniziare gli allenamenti dovrebbe essere uguale e concordata per tutte le squadre” spiega l’associazione con un comunicato, facendo notare anche che “molte di queste si trovano attualmente in quarantena e sarebbero fortemente svantaggiate rispetto alle altre, senza considerare il vero pericolo di ulteriori contagi”. Sembrerebbe perfino banale adeguarsi a tali considerazioni, invece non lo è.
Claudio Lotito guida il fronte oltranzista: vuole che i giocatori ripartano lunedì e ha spiegato di poter addirittura garantire uno spogliatoio individuale ciascuno con ben 18 campi a disposizione per gli allenamenti atletici personali. Una condizione che non può garantire Aurelio DeLaurentiis a Castelvolturno, ma che evidentemente non preoccupa il presidente degli azzurri. Più defilata, dicevamo, la posizione di Tommaso Giulini, lacerato tra la necessità di mandare al lavoro gli operai nelle sue aziende e la contemporanea pausa concessa i giocatori del Cagliari. Già nei giorni scorsi si è provato a trovare una mediazione, ma ne son venute fuori polemiche e frecciatine. Oggi De Siervo cercherà nuovamente di arrivare a una posizione condivisa, ma la sensazione è che né Lazio né Napoli vogliano cedere del tutto. La mediazione su cui si lavorerà, così, è quella di permettere il via al lavoro individuale dal 4 aprile e, poi, ricominciare con schemi e partitelle dal 13 aprile.